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NAPOLI: Poesia e commedia per la “La bisbetica domata” di Konchalovskij

Napoli. Teatro San Ferdinando dall’8 al 10 giugno 2013. “Sono venuto ad ammogliarmi riccamente a Padova, e riccamente vuol dire felicemente!” Il testo non ha bisogno di presentazioni. Prima mondiale, in coproduzione con la Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Teatro Stabile di Genova, Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Teatro Stabile di Napoli: “La bisbetica domata” è diretta da Andrej Konchalovskij.Gli attori hanno l’energia che merita una commedia shakespeariana e il pubblico trascorre 2 ore e 30 deliziosamente, senza sentirne il peso e con giusti respiri. Atmosfere e costumi di Zaira de Vincentiis, richiamano esplicitamente gli anni ’20, con lo stile e l’allegria di un Charleston puntellato di commedia dell’arte. Andrej Končalovskij dimostra di conoscere bene il pubblico italiano, del resto dichiara «Ho scelto “La bisbetica” perché, per la mia prima regia italiana, volevo un’opera italiana ». Cura messinscena e scenografia con grande attenzione ai particolari, sa stupire senza strafare, con il giusto equilibrio tra innovazione e tradizione. I cambi sono a quinte aperte; sullo sfondo un doppio piano in cui gli attori vivi dei loro personaggi, rendono il pubblico partecipe e l’attesa interessante. Un metateatro che non ingombra mai l’evolversi della vicenda. Le spese di corteggiamento, gli intrighi fra protagonisti e antagonisti, i sottotesti e i ritmi fra precettori e servi sono conditi dalle coreografie di Ramune Chodorkaite.Spalle e caratteri splendidi quelli di Roberto Serpi, servo di Petruccio e Adriano Braidotti, servo di Lucenzio. Tenerissimo il Battista di Vittorio Ciorcalo. Del resto in sede di provini, tra Napoli e Genova, Konchalovskij dichiarava: «Cerco attori birichini, dall’energia contagiosa, capaci di guardare il mondo con gli occhi di un bambino. Devo trovarne una quindicina, e tutti sono importanti. I ruoli minori ancor di più: per essere notati hanno bisogno di colori forti e, dunque, devono essere dei buoni caratteristi». Obiettivo raggiunto. Roberto Alinghieri, Giuseppe Bisogno, Adriano Braidotti, Vittorio Ciorcalo, Carlo Di Maio, Flavio Furno, Selene Gandini, Antonio Gargiulo, Francesco Migliaccio, Giuseppe Rispoli, Roberto Serpi, Cecilia Vecchio sono veri artisti in grado di raccontare, ancora, l’intreccio magico rappresentato dai giganteschi Federico Vanni (Petruccio) e Mascia Musy, la sua “Catina” indomabile e dispettosa. Un finale fra poesia e commedia ha lasciato nell’animo degli spettatori una straripate certezza: questo è teatro.

Anita Laudando

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