Venerdì 28 febbraio 2014 Il” Decamerone”secondo Ugo Chiti Teatro “G. da Udine
Bella serata quella di ieri al Teatro Nuovo all’insegna della gioiosa rappresentazione della commedia umana dove vizi e virtù, trame cupe e furbizie si sono così ben mescolate per darci una fetta di Decamerone veramente originale .Di sicuro Giovanni Boccaccio già nel trecento aveva ,come si direbbe oggi ,l’occhio lungo su quali erano le grandi forze che avrebbero sempre guidato le vicende dell’umanità :l’Amore ,l’Ingegno e la Fortuna. Gli attori di Arca Azzurra Teatro hanno fatto proprio un grande lavoro. Capaci di interpretare alternativamente sia parti maschili che femminili in un continuo scambio di ruoli,costumi e vicende . Sul palco non c’era nulla se non un solo grande blocco, sbilanciato a sinistra ,con una apertura centrale che di volta in volta diveniva ingresso al capanno ,porta del palazzo ,uscio di casa e bastava quello a render bene l’idea di ciò che gli attori erano così bravi a fargli significare . Il regista Chiti ha il merito di aver composto un giusto mix di alcune novelle del Decamerone facendo partire il tutto dal convento delle suorine che coltivano l’orto e assieme al giovane fattore coltivano pure le loro voglie represse . Da quel via- vai di religiose nell’orto si snodano quindi le altre scene poste come racconto o esempi di vita che le novizie si scambiano tra loro e il finto-muto contadino Masetto .Storie di una principessa promessa in sposa ad un re , che per varie circostanze tragicomiche si perde tra troppi uomini vogliosi.Si dice poi del destino di una giovinetta desiderosa di esser fatta cristiana dagli eremiti nel deserto . Prima allontanata come tentatrice ma subito dopo accolta come prova di resistenza al demonio (dove chiaramente il desiderio fisico prevarrà su tutti i buoni propositi). Nel frattempo nell’orto tutte le suore entrano a turno in “confidenza”col servitore muto e su lui scaricano sia le voglie fisiche che i sogni ormai perduti narrando altre storie, anche tragiche, come quella dell’amore della povera Lisabetta che serbò ,in un vaso di basilico ,la testa del suo adorato dopo che i fratelli di lei lo avevano ucciso per troncare la loro relazione.Tutto ben legato, tutto filava via nella narrazione di scena tra risate e festosa attenzione ,dove sì rifletteva sulle miserie umane ma con quella serena consapevolezza che alla fin fine da sempre uomini e donne si battono e si preocupano per le stese cose .Ci si infiamma d’amore e si piange per ciò che ci viene tolto .Ma ,come ieri sera, si può farlo così , con tanta leggerezza e col sorriso sulle labbra perchè tanto è un destino comune . Una ora e mezza la durata dello spettacolo ma in verità e stato un lampo di allegria .Belli i costumi , essenziali , e ben studiati per permettere il cambio di personaggio velocemente ,Perchè ogni interprete poteva passare dalla suora al mugnaio o alla principessa in un attimo.Da sottolineare che tutte queste storielle narrate ,che comunque trattavano argomenti “piccantini”,erano così giocose che mai in nessuna si poteva sfiorare la volgarità o la morbosità.Tutto leggero ,tutto un gioco di Vita ,Amore ,Fortuna,Ingegno.Quando ci si diverte il tempo passa troppo veloce anche a teatro .
Pensateci e Pensatemi Al.Ga.