Dopo i vari vertici internazionali il premier Renzi torna in Europa per dialogare con i partner europei sulla delicata questione ucraina. Intanto nel paese fioccano i malcontenti e le polemiche delle parti sociali Sindacati-Confindustria per le riforme sul lavoro da un lato, delle forze armate per la spending review dall’altro. Questa settimana il governo punta a far partire la riforma del titolo V della costituzione (ossia le competenze e le autonomie di regioni, provincie e comuni) e il percorso per l’abolizione del Senato. Il titolo V necessita di una revisione importante visti tutti gli scandali clamorosi che si sono perpetrati in questi ultimi anni e che hanno portato allo scioglimento di molte amministrazioni Regionali (chi si può dimenticare i vari Fiorito e le spese folli). Non sarà facile trovare un accordo per un importante e seria riforma strutturale della pubblica amministrazione, visto anche il marasma di favoritismi e “clientelismi” che si sono venuti a creare e che hanno mostrato tutto il marciume imponente di alcune regioni, provincie e comuni. Ha scatenato l’irritazione di molti italiani anche la recente uscita dell’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, scocciato dal possibile taglio del suo “modico” salario, minacciando una possibile emigrazione di tutti gli amministratori pubblici se dovesse essere toccato il loro stipendio. Posto il fatto che un buon manager abbia certamente molte responsabilità e debba godere di uno stipendio adeguato alle sue funzioni, mi pare evidente che non è possibile nelle condizioni attuali pretendere di sacrificare il 90% degli italiani per continuare a far vivere da sceicchi il restante 10%. E’ arrivato il momento di diventare razionali, la pubblica amministrazione deve svuotarsi completamente dalle sacche di inefficienza che la colpiscono e che creano solo perdite; inoltre gli stipendi da Nababbi devono finire, tutto deve avere una proporzione altrimenti il paese continuerà a essere inefficiente e soprattutto sprecone.
Le parole di Renzi, i suoi continui racconti di “rinascimento”, cambiamento, ristrutturazione iniziano seriamente a cozzare con lo zoccolo duro della società; quella parte dell’Italia che vive alle spalle del resto della popolazione e che potrebbe essere sradicata come quando si estirpano le erbacce prima della coltura dell’orto. Potrebbe, perché Renzi fino ad ora è stato parole, parole, parole e pochi fatti concreti. Le parole tornano a non corrispondere più con le tempistiche, cattivo segnale.
Governo Renzi giorno 4
Legge elettorale – Lavori in corso
Abolizione del senato – Lavori in corso
Carlo Liotti