La sfida quotidiana di chi vive e lavora in montagna è al centro delle tre pellicole che raccontano il territorio del Friuli Venezia Giulia al più importante festival del settore.
In concorso “La passione di Erto”, sulla passione di Cristo messa in scena ogni anno nel paese martoriato dal disastro del Vajont, “Oltre il guado”, horror metafisico ambientato nei boschi del Friuli, e “Brez Mej”, cortometraggio dedicato a una piccola realtà ai confini della Slovenia.
Saranno presenti al Festival anche Mauro Corona, scrittore, alpinista e scultore, e Spiro Dalla Porta Xidias, presidente del Gism.
Trento, 16 aprile 2014_ Il Friuli Venezia Giulia è uno dei pilastri portanti della 62esima edizione del Trento Film Festival. Per averne la prova, bisogna andare alla ricerca dell’uomo che da solo riassume in sé i valori di questa prestigiosa rassegna, ovvero l’amore per la montagna, con le sue asprezze e le sue solitudini, la passione per l’alpinismo, la profonda sensibilità
creativa, la cultura del territorio e l’impegno civile per la difesa del paesaggio e della natura: vive in provincia di Pordenone, al confine con il Veneto, ad Erto, e risponde al nome di Mauro Corona. Fresco vincitore del Premio Mario Rigoni Stern, Corona è oramai di casa al Trento Film Festival. Sarà lui il protagonista della serata evento all’Auditorium S. Chiara intitolata “Le montagne d’Italia” insieme all’OrcheXtra Terrestre, martedì 29 aprile.
Erto, terra d’origine di Mauro Corona, e sua residenza, sarà al centro di uno dei tre film presentati in concorso: “La passione di Erto”, di Penelope Bertoluzzi, racconta come in un paese martoriato dal disastro del Vajont sia sopravvissuta, nonostante tutte le difficoltà, una tradizione peculiare, quella di mettere in scena, ogni anno, la passione di Cristo. La sera del Venerdì santo, da tempo immemorabile, un uomo di Erto viene tradito e condannato, in un continuo ciclo di morte e rinascita, mentre in parallelo le comunità attorno alla diga, sacrificate sull’altare del denaro, sono passate attraverso un calvario che non ha fine, e che rivive nella memoria. “Oltre il guado”, di Lorenzo Bianchini, nato a Udine, è invece una storia ambientata nei boschi del Friuli orientale, ai confini con la Slovenia. Un etologo, addetto al censimento degli animali selvatici, insegue una volpe sfuggita alla cattura, che come una versione sinistra del coniglio bianco di Lewis Carroll lo guida verso un paesino abbandonato, oltre il guado. Al di là del fiume lo attende un mondo desolato, gravido di oscure minacce, che lentamente e inesorabilmente lo porta alla paranoia. Un horror metafisico da pelle d’oca. Quanto al cortometraggio di Giovanni Chiarot, “Brez Mej”, in sloveno “Senza confine”, in concorso nella sezione Terre Alte, è la storia dell’omonimo agriturismo aperto a Prosenicco, piccolissima frazione del comune di Taipana, nell’udinese, ai confini con la Slovenia. L’apertura dell’agriturismo, per Alan, combattivo e volitivo giovane locale, è un modo per tenere in vita una comunità in via di spopolamento e traghettarla verso il futuro. L’ingresso della Slovenia in Europa, nel 2007, ha aperto nuove prospettive per i paesi di frontiera, che possono unirsi in progetti comuni. Un altro appuntamento da non perdere è il convegno promosso in occasione del Trento Film Festival dal Gruppo Italiano Scrittori di Montagna (Gism), il 2 maggio: interverrà anche
Spiro Dalla Porta Xidias, presidente, appunto, del Gism, la cui biografia è estremamente interessante. Triestino d’adozione, sceneggiatore e alpinista, ha all’attivo 40 libri dedicati alla montagna e ai suoi protagonisti, per i quali ha vinto 5 premi internazionali di letteratura. Giornalista affermato, ha effettuato 107 vie nuove su monti in Italia, Grecia, Montenegro e Norvegia.
Da sessantadue anni il mondo della montagna, dell’alpinismo e dell’avventura si specchia nelle opere presentate al Trento Film Festival, il primo e più antico festival dedicato a queste tematiche. L’edizione 2014 promette di superare le affluenze record del 2013 (12mila spettatori, 35mila visitatori) ospitando numerosi ospiti di rilievo, e inserendo in cartellone novità, anteprime e sorprese, concentrate in una decina di giorni: 27 film concorso, di cui 2 anteprime mondiali (“Change” con protagonista Adam Ondra e “Verso dove” con protagonista Kurt Diemberger) e 17 anteprime italiane, e oltre 120 appuntamenti dedicati a cinema, letteratura, sport e arte, in programma fra Trento e Bolzano. Uno dei percorsi tematici più importanti della 62esima edizione del Festival riguarda l’Everest: al tetto del mondo è dedicata la serata di apertura, il 25 aprile. “The Epic of Everest”, il documentario originale della leggendaria spedizione di George Mallory ed Andrew Irvine, che nel 1924 scomparvero sull’Everest dopo essere stati visti a pochi passi dalla cima. Le immagini della missione, riprese in condizione estreme dal capitano John Noel, costituiscono un documento di una bellezza mozzafiato e offrono le più antiche testimonianze filmate sulla vita tibetana. Il documentario, restaurato dal British Film Institute nel 2013, sarà musicato dal vivo dal musicista elettronico e cantautore Simon Fisher Turner. L’Everest torna protagonista in concorso con la prima italiana di “Beyond the Edge”, imperdibile ricostruzione in 3D della spedizione vittoriosa di Edmund Hillary e Tenzing Norgay, che del 1953 conquistarono per primi la vetta. Nella sezione «Alp&ism» troviamo invece “High and Hallowed: Everest 1963”, dedicato alla celebre salita americana lungo la cresta ovest. Voce narrante, l’autore di Into the Wild Jon Krakauer. Chiude la serie “High Tension”, che racconta il difficile retroscena della spedizione del 2013 degli alpinisti Simone Moro, Ueli Steck e Jon Griffith, che, aggrediti da un gruppo di Sherpa in seguito a un diverbio, rinunciarono all’ascensione. Il Messico è il paese ospite di questa edizione: con la rassegna “Destinazione… Messico” il pubblico potrà scoprire suoi tesori alpinistici, rurali e remoti, lontani dal turismo di massa del paese sudamericano. In programma, alcuni affascinanti documentari d’autore, selezionati dai migliori festival messicani e internazionali, come Who is Dayani Cristal? di Marc Silver, già ai festival di Sundance, New York e Roma, proiettato sabato 26 aprile. Uno spazio particolare è dedicato all’illustrazione per l’infanzia, con la mostra “I sogni del serpente piumato”, e alla musica, con il concerto dei “Mariachi Sol Mexicano”, già protagonisti del film Oscar “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, e l’appuntamento con Hector Vega, antropologo e musicista messicano che racconterà, cantando e suonando le leggende della città azteca di Tixtla. I volti della 62esima edizione del Trento Film Festival sono quelli di molti eroi della montagna, come Reinhold Messner (con un intervento il 2 maggio sulle regine dell’alpinismo), Kurt Diemberger, vincitore del Piolets d’Or alla carriera nel 2013, al centro del documentario “Verso dove”, in programma in anteprima mondiale il 26 aprile, Adam Ondra, protagonista di “Change”, ugualmente in anteprima mondiale il 1 maggio, Alex Honnold, fenomeno dell’arrampicata free presente come giurato, e David Lama, protagonista del film “Cerro Torre. A Snowball’s Chance in Hell”. Da 28 anni al Trent Film Festival si svolge la Rassegna internazionale dell’editoria di montagna “MontagnaLibri”, un vero festival nel festival che avrà il suo epicentro in Piazza Fiera, a ridosso del centro storico. In ambito letterario, spazio a Folco Quilici, che presenterà “Il mio mondo” il 27 aprile, a Mauro Corona, protagonista insieme all’Orchestra Extraterrestre, della serata-evento del 29 aprile, dal titolo “Le montagne d’Italia”, e a Licia Colò, apprezzata conduttrice televisiva, che sabato 3 maggio presenterà presso la Sala Conferenze della Fondazione il suo ultimo libro “Per te io vorrei”. Da segnalare, martedì 29 aprile, l’appuntamento con il giornalista messicano Diego Osorno, noto reporter e autore di un volume sul traffico della droga tra il Sud e il Nord America.
Quest’anno il Festival può contare su un’apprezzata sala aggiuntiva, lo storico Supercinema Vittoria, completamente rimodernato: sarà qui che verranno proiettate due anteprime italiane, “In order of disapperance” del norvegese Hans Petter Moland, in concorso al festival di Berlino, e “La montagna silenziosa” dell’austriaco Ernst Gossner, il kolossal in costume ambientato durante la Prima Guerra Mondiale girato tra Trentino e Alto Adige, ma anche un classico come “Il deserto dei Tartari” di Valerio Zurlini, tratto dal romanzo di Dino Buzzati, oppure due spettacolari film fuori concorso, come “Terre des Ours” di Guillame Vincent, sulla vita dei grandi orsi bruni in Kamchatka, e “A Symphony of Summits: The Alps from Above”, un appassionante volo sulle Alpi con telecamere ad altissima definizione e tecnologie speciali di ripresa.