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OGNI MALEDETTA DOMENICA

Eccoci qua.

Ci siamo ricaduti di nuovo.

Quel vizio che non si perde con il pelo, duro a morire neanche fosse Bruce Willis in Die Hard.

Puntuali come gli orologi svizzeri, non vogliamo dare molto nell’occhio ma ogni tanto lo buttiamo là, lo sguardo.

Al televideo, al calendario.

Facciamo mentalmente il conto alla rovescia, cercando di non farci sgamare da mamme e fidanzate.

Per non far capire che, in fondo, anche quando facciamo quella faccia un po’così, noi il calcio lo amiamo.

Come un vecchio amico che è ormai diventato pigro, grasso e fastidioso, che non saluta e fa gara di rutti a tavola, ma nonostante tutto ogni tanto riesce a strapparci fuori un sorriso nei momenti meno immaginabili.

Come un gatto cieco da un occhio che viene a farti le fusa solo per avere i suoi Wiskas pranzetti e ti porta le lucertole morte ai piedi del letto, e che nonostante tutto fa sentire la sua mancanza quando parte e se ne sta fuori casa per tre giorni.

Ci ha deluso, questo calcio, è vero.

Ma nonostante i copi di pistola e le bombe carta.

Nonostante le figurine e le figuracce europee.

Nonostante i soldi siano ormai l’unica maglia a cui essere attaccati.

Nonostante i fallimenti e le retrocessioni, le eliminazioni e le mancate qualificazioni.

Noi

Siamo

Ancora

Qua.

Ed è una condanna più che un vanto.

Ma si sa cosa dice lo scorpione alla tartaruga, abbracciandola mentre affogano entrambi nella vecchia favola di Fedro … o era Esopo?- a come ignoranza … si sa, dicevo, cosa dice lo scorpione.

Sorridendo.

Condannato e compiaciuto.

NON CI POSSO FARE NULLA, E’NELLA MIA NATURA.

Ed allora eccoci qua, ad aspettare ancora una volta che arrivi il week end per berci grandi sorsate di calcio, per sfogare le nostre frustrazioni settimanali nella speranza che quella palla entri in rete.

Come se volesse significare qualcosa.

Come se i circenses riuscissero a fare dimenticare la mancanza di panem.

Ogni maledetta domenica.

Sarà perché quelle undici magliette su sfondo verde ci piacciono troppo, per non restarne innamorati.

Sarà perchè da piccoli facevamo la collezione delle figurine, quelle avvolte attorno al chewing-gum che poi tutto l’album odorava di fragola artificiale.

Sarà perché, come scrissero i tre tifosi del Chievo in trasferta a Reggio Calabria per la Coppa Italia di Giovedì pomeriggio, non abbiamo un cavoletto di Bruxelles da fare (lo striscione era leggermente più francese, disse l’autore ammiccando )

Sarà perché siamo troppo ottusi per guardare al di là del dito che ci indica la luna.

Ma tant’è.

Noi ci siamo.

Siamo ancora qua, ad aspettare una domenica sera di fine agosto, che chiuderà l’estate e aprirà una nuova stagione.

La prima di una lunga serie di maledette domeniche.

 

Francesco Colò
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