Zaino, bastone, coltellino svizzero, telecamera e taccuino. Eccoli qui, i fedeli compagni di viaggio del giornalista triestino Nicolò Giraldi. Partito dal Regno Unito il 10 maggio 2014, dopo diversi mesi di allenamento, il giovane ha affrontato un intenso cammino lungo il fronte della Prima Guerra Mondiale, attraversando ben sette paesi prima di arrivare alla meta, Piazza Unità d’Italia a Trieste. Ma quello di Giraldi è stato prima di tutto un viaggio nella memoria, confluito, passo dopo passo, nel libro “La Grande Guerra a piedi. Da Londra a Trieste sui luoghi del primo conflitto mondiale”, edito dalla casa pordenonese “Biblioteca dell’Immagine”. Giovedì 11 giugno 2015 questo cammino nella storia passerà anche per Portogruaro, dove, dalle 20:30, presso il Caffè Letterario “Donati” si terrà la presentazione dell’opera.
Nicolò Giraldi non poteva aspettare. Spinto dall’amore per la storia e dal desiderio di vivere l’Europa vera, quella che ha lottato e sofferto, ha inforcato le scarpe ed è andato lì, ad incontrare le persone che ogni giorno lavorano per conservare il ricordo dell’evento che ha lacerato intere nazioni.
Ispirato anche dal celebre scrittore e viaggiatore britannico Patrick Leigh Fermor, il giovane ha cominciato a camminare, inseguendo il fantasma dell’omonimo bisnonno istriano, fante austroungarico spedito da Pola sull’immenso e sconosciuto fronte orientale e fatto prigioniero dai Cosacchi.
«Nel suo viaggio in bilico fra due epoche, Giraldi compie l’unica scelta possibile. Evoca invece di commemorare. – spiega il giornalista Paolo Rumiz nella prefazione del libro – Chiama in causa i morti, cerca di parlare con loro. Va oltre il libro di storia. Si sforza di sentire prima di capire. I suoi scarponi diventano quelli del nonno, e così il fango, la pioggia, la sete, il cibo che contiene il sapore dei luoghi».
I due mesi vissuti da Nicolò Giraldi sono stati ricchi di esperienze ed emozioni, le stesse che vivono ancora tra le parole e che porteranno quanti lo vorranno oltre il proprio tempo, al di là delle linee di fuoco.
massimiliano drigo