Cison di Valmarino (Treviso), 28 agosto 2016 – La D+ Ultracycling Dolomitica incorona Omar Di Felice e Dorina Vaccaroni. Sui 624 chilometri, con 16 mila metri di dislivello, di quella che è considerata la corsa ciclistica più dura al mondo, il laziale concede il bis della vittoria del 2015, ma il successo nel campionato italiano va all’abruzzese Carlo Brussa. L’ex schermitrice azzurra trionfa alla prima partecipazione alla D+ Ultracycling Dolomitica. Per lei, è doppietta: prima sul traguardo di Cison di Valmarino e vittoria nel campionato nazionale. Maglia tricolore anche per i trevigiani Matteo Stocco e Roberto Fantinato, dell’Uc Vallà, leader nella classifica riservata ai Team 2.
IL BIS DI OMAR DI FELICE – Omar Di Felice ha concesso il bis. E’ lui, per il secondo anno consecutivo, il vincitore della D+ Ultracycling Dolomitica. Nel 2015 aveva trionfato sul traguardo di Cordignano, quest’anno si è ripetuto a Cison di Valmarino. Romano, 35 anni, ex professionista, avvicinatosi al ciclismo da ragazzino sullo slancio delle imprese di Marco Pantani, è soprannominato “Ultracycling Man”. Chi l’ha visto volare sulle rampe della Dolomitica e concludere la sua fatica dopo quasi 30 ore di gara (29h38’42” il tempo ufficiale), capisce il perché. “E’ stata la vittoria del cuore e della determinazione – commentato Di Felice -. La dedico alle vittime di quel terremoto che ha spezzato tanti sogni e speranze. La mia presenza alla D+ Ultracyling Dolomitica è stata in forse sino alla vigilia, ero un po’ demotivato sapendo che il campionato italiano era ormai andato, ma poi i ragazzi del mio staff mi hanno convinto a partecipare. Il merito di questa
vittoria va anche a loro”. Nella prima prova tricolore, la Race across Italy, Di Felice era stato vittima di una caduta, che l’aveva costretto al ritiro. Il destino del campionato nazionale si è deciso lì: l’abruzzese Carlo Brussa ha preso la testa della classifica e non l’ha più mollata, limitando i danni nella seconda prova tricolore, la D+ Ultracycling 3 Confini, vinta da Di Felice, e giungendo secondo a Cison di Valmarino. Brussa, guardia giurata abruzzese, autentica sorpresa della stagione, ha concluso la D+ Ultracycling Dolomitica al quarto posto assoluto (32h46’22”). Sul podio di giornata, anche il francese Roland Chavent (30h36’27”), secondo, e il danese Frank Mads (32h03’28”), terzo.
VACCARONI, DEBUTTO VINCENTE – Dorina Vaccaroni ha vinto la gara femminile. L’ex schermitrice azzurra è giunta al traguardo in
37h45’04”. Oltre a salire sul gradino più alto del podio femminile della D+ Ultracycling Dolomitica, che correva per la prima volta, la Vaccaroni ha vinto il titolo nazionale della specialità.
L’IMPRESA DI BRESSANELLI – Il bresciano Mirco Bressanelli ha concluso la D+ Ultracycling Dolomitica in 55h31′. Senza gambe dalla nascita, Bressanelli è giunto al traguardo con la sua handbike dopo oltre due giorni di gara, accolto dagli organizzatori della D+ Eventi e da Tiziana Favero, figlia di Vito, ciclista trevigiano dei tempi eroici cui era dedicata la D+ Ultracycling Dolomitica. Penalizzato strada facendo da un guasto meccanico, Bressanelli ha compiuto un’impresa ai limiti dell’impossibile. Chapeau.
IL TRICOLORE DELL’UC VALLA’ – Roberto Stocco e Matteo Fantinato sono stati i primi in assoluto, sabato pomeriggio, a giungere sul traguardo di Cison di Valmarino dopo aver completato l’intero
percorso. I due ciclisti dell’Uc Vallà, storico sodalizio trevigiano, hanno chiuso la D+ Ultracycling Dolomitica in 28h08’44”, vincendo il titolo nazionale nella categoria “Team 2”, una sorta di staffetta a coppie. “Abbiamo deciso di partecipare solo un mese fa. E’ stata dura. Abbiamo sbagliato strada più volte: l’ultima, dopo una discesa di 3 km, che poi siamo stati costretti a percorrere in senso inverso”.
UNA FATICA DA VERI “EROI” – L’edizione 2016 della D+ Ultracycling Dolomitica prevedeva un percorso di 624 chilometri che si è sviluppato tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, toccando sei province (Treviso, Vicenza, Belluno, Trento, Bolzano e Pordenone) e 76 Comuni. Sedici i passi montani e dolomitici affrontati dai partecipanti: in successione, il Combai-Madean-Pianezze, il Monte Tomba-Monte Grappa e i passi Gobbera, Broccon, Manghen, San Pellegrino, Fedaia, Pordoi, Campolongo, Valparola, Giau, Staulanza, Duran e Forcella Aurine, per poi concludere con il Nevegal e La Crosetta. Sedicimila i metri di dislivello complessivo. E alla fine, prima del traguardo di Cison di Valmarino, suggestivo passaggio sul Muro di Ca’ del Poggio, la celebre salita dei campioni tra i vigneti di San Pietro di Feletto. Una fatica da veri “eroi”.