Parole povere sono quelle che ci restano nel giorno della scomparsa di Pierluigi Cappello. Il nostro affettuoso ricordo va a una serata del maggio 2014, e all’abbraccio della città di Udine, stretta intorno al poeta di Chiusaforte e allo scrittore pakistano Mohsin Hamid, entrambi vincitori del Premio Terzani, quell’anno. “Che mondo fa?” Ci chiedevamo in quella edizione, a vicino/lontano. Tante risposte ci sono arrivate da “Questa libertà”, di Pierluigi Cappello, un’opera di forte empatia con il suo tempo, un testo in cui vissuto individuale e ambiente del vivere si sono intrecciati a definire un microcosmo senza confini, di toccante impatto emotivo. Che mondo fa? Era la domanda che si ripeteva anche Tiziano Terzani, che ha percorso il mondo con i piedi e lo sguardo. Pierluigi Cappello ha potuto farlo, idealmente ma incisivamente, solo con la penna. A lui va il nostro pensiero, oggi e per le stagioni a venire. Ricordando, con le nostre povere parole le sue, di quell’anno: “Ci sono parole senza corpo e parole con il corpo. Libertà e’ una parola senza corpo.Come anima. Come amore”…