Tratto dal film che Roger Waters ha scritto per regalare una colonna sonora visiva a quel capolavoro musicale che è The Wall, lo spettacolo cuce assieme numerosi riferimenti autobiografici con l’osservazione e la critica sociale. Oltre al racconto della follia del protagonista che ricorda la drammatica evoluzione della vicenda di Syd Barrett. Ritratto allucinato della nostra epoca, manifesto esistenzialista dell’uomo oppresso dalla “macchina”, prefigurazione del disimpegno e del vuoto di ideali degli imminenti anni ’80, autobiografia di un musicista e di un uomo in fuga autistica da un mondo persecutorio, denuncia sociale e viaggio sentimentale nella nostalgia, The Wall è stato il grido di dolore e di protesta di un intera generazione, ha prestato la voce alla lotta dei neri sudafricani contro l’apartheid, é stato issato come vessillo sulle macerie del muro di Berlino, ma non ha ancora esaurito il suo potere militante contro l’oppressione e l’alienazione, che sempre nuove forme assumono nel tempo e nelle diverse culture.
La versione che salirà sul palco del San Galgano International Music Fest è stata riarrangiata e ripensata per lo spazio nel rispetto alle esigenze del festival stesso e dell’impatto ambientale: maggior risalto quindi al coro e l’introduzione degli archi.