Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha iniziato la due giorni in terra friulana tra Udine, Gemona e Tolmezzo intervenendo sulle vicende presenti e passate, ricordando la centralità e il ruolo della politica e la necessità di una sempre più forte unità della nazione.
Il massacro di Porzus che segnò la più triste pagina della guerra di resistenza al nazifascismo è stato menzionato dal Presidente per dichiarare sanata la ferita pur se cicatrizzata e parte della memoria collettiva dell’Italia una e repubblicana. Tra le bandiere tricolori e le note dell’inno di Mameli, Napolitano ha ricordato con visibile apprensione le vittime del terremoto in Emilia citando l’esempio del popolo friulano che nel 1976 affrontò con tenacia e coraggio il terribile sisma. Il Capo dello Stato si è detto certo che l’Italia saprà superare le avversità dovute alle calamità naturali e la crisi economica che peggiora ulteriormente la vita dei cittadini, specie dei giovani che stentano a trovare un’occupazione dignitosa.
Domani il Presidente farà visita a Pordenone prima di ripartire per Roma.