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Odio l’Estate: recensione del film di Aldo, Giovanni e Giacomo

Odio l’Estate: recensione del film di Aldo, Giovanni e Giacomo

 

Aldo Baglio è un ipocondriaco, che colleziona infinite assenze sul lavoro e delega tutti i lavori domestici a Carmen, sua moglie. Lei fisicamente non è certo una bellezza statuaria, ma è una brava donna, molto legata alla sua famiglia, formata da Salvo, il figlio più grande che ha avuto dei piccoli problemi con la giustizia, da Ilary e Melissa, le due figlie più piccole, e dal cane Bryan. La famiglia Baglio non nuota certo nell’oro, ma è lomolto unita.

Giovanni Storti è un commerciante, che possiede un negozio di calzoleria, attività che ha ereditato dalla famiglia ma che ormai non ha più un mercato. È sposato con Paola, donna molto intelligente e pragmatica, e i due hanno una figlia, Alessia.

Giacomo Poretti è un affermato dentista, completamente dedito al lavoro, sposato con Barbara, una donna molto bella ma con un carattere molto difficile. Lei ha avuto da un altra relazione Ludovico, un ragazzino preadolescente che sembra preferire alla loro presenza quella dello smartphone. La famiglia Poretti non ha nessun problema economico, ma i rapporti tra i suoi componenti non sono certo idilliaci.

Tre famiglie completamente diverse, non solo per l’estrazione sociale, che si trovano a dovere condividere la stessa casa per le vacanze, a causa di un errore dell’agenzia dove la hanno prenotata.

Odio l’estate: più di una semplice commedia

La convivenza forzata è all’inizio motivo di attriti tra caratteri diversi e abitudini agli antipodi. Aldo e Carmen sono una coppia rumorosa e disordinata, che però si vuole bene e sa godersi la vita. Giacomo è un precisino quasi patologico, internamente divorato dall’ansia legata al prossimo fallimento dell’attività ereditata dalla famiglia. La moglie e la figlia cercano di stargli vicino, ma lui non fa niente per venire loro incontro. Giacomo è una brava persona, ma si rende conto di non essere in grado di gestire la convivenza con il figlio preadolescente, e il suo rapporto con Barbara è molto teso.

I conflitti tra le famiglie e quelli al loro interno sono occasione per regalare allo spettatore momenti di ilarità, ma va detto che Aldo, Giovanni e Giacomo non monopolizzano la scena, ma la condividono con mogli e figli, conferendo grande equilibrio al film. Che, lungi dall’essere una sequenza di gag comiche tra loro sconnesse, fornisce molti momenti di riflessione, anche perché i personaggi messi in scena non sono di certo spensierati, ma al contrario sono afflitti da problemi nei quali è facile rispecchiarsi.

Questo film è una storia corale, dove i protagonisti, per molti aspetti diversissimi tra loro, evolvono contemporaneamente, offrendo mille opportunità allo spettatore per immedesimarsi nelle loro vicende. E, di conseguenza, riflettere sulle proprie. Un film nel quale l’incontro con il diverso da sè diventa un’occasione per mettersi in discussione e scoprire le cose per le quali vale veramente impegnarsi, che non sono certo il SUV della famiglia Poretti o il soggiorno in un albergo a mille stelle.

Un film che, con molta leggerezza, con il filtro dell’ironia, ma senza mai deragliare nella banalità, lascia passare il messaggio che in fondo, nella vita, quello che conta è godersi le situazioni e, soprattutto, i rapporti umani con le persone che ci arricchiscono di più. Affrontando la paura di mettersi alla prova e di sbagliare. E di farlo nel presente, qui e ora, finché si può, perché il futuro è incerto.

Odio l’estate: il film della maturità di Aldo, Giovanni e Giacomo

Questo film segna il ritorno sul grande schermo di tre personaggi che in Italia calcano le scene di teatro, cinema e televisione da trent’anni. Questa è la decima pellicola girata insieme dai tre attori, che segue di quattro anni la precedente Fuga da Reuma Park, del 2016, ed è stata diretta dal loro regista storico, Massimo Venier, con il quale hanno i girato i loro primi film.

Un ritorno molto riuscito, che mescola abilmente ironia, momenti di riflessione e altri profondamente commoventi. Che regala allo spettatore un finale inaspettato, che conferisce a questa commedia agrodolce una dimensione profondamente umana.

Un film che sembra avere levato ogni fondamento ai timori di quanti pensavano che il trio comico fosse in crisi irreversibile, dopo una serie di pellicole non eccelse e la prima che vedeva Aldo Baglio senza i suoi compagni storici, Scappo a Casa, del 2019.

Aldo, Giovanni e Giacomo sembrano avere ritrovato l’intesa e la verve di un tempo, arricchita però da una inedita carica di umanità e volontà di introspezione. Come i personaggi da loro messi in scena in Odio l’Estate, hanno affrontato la paura di mettersi nuovamente alla prova. E hanno vinto. Bentornati, Aldo, Giovanni e Giacomo!

Alessandro Marotta

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