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Sms Spia, ovvero la bufala commerciale

Quanto è facile ingannare un adolescente proponendogli false applicazioni per cellulare, il cui unico scopo è quello di vincolarlo con un abbonamento che sottrae soldi. Nelle ore pomeridiane, quando la televisione ha un pubblico prevalentemente giovanile sono proiettati svariati spot pubblicitari che offrono loghi, suonerie e applicazioni per telefonini, i quali diventano mezzi di gioco e passatempo, perdendo la loro funzione primaria ed essenziale: telefonare.

In queste ultime settimane viene commercializzata una applicazione chiamata Sms Spia, ossia la possibilità di leggere i messaggi presenti nel cellulare di un’altra persona. È un chiaro esempio di inganno mediatico, in quanto la pubblicità sponsorizza un prodotto che in realtà non permette effettivamente di spiare cellulari altrui, soprattutto perché se veramente desse questa opportunità sarebbe assolutamente illegale; un’azione del genere colliderebbe con tutta la normativa riguardante la privacy.

In buona sostanza l’applicazione crea degli sms inventati, che sono collocati in una finta casella di posta con il nome della persona che abbiamo deciso di spiare, ma che non corrispondono minimamente ai reali sms presenti nel cellulare della medesima.

Esistono dei cellulari spia che sono considerati dalla legge italiana degli strumenti di sorveglianza e di monitoraggio, ed in quanto tali possono essere utilizzati legalmente per la difesa personale, per la difesa dei propri beni, per il controllo dei propri cari (che ovviamente devono essere informati e d’accordo), come antifurto, antirapina, antisequestro.

L’istallazione di cellulari spia, di microspie, di telefoni spia, se effettuata nel rispetto della legge, è perfettamente consentita. Il softwer per cellulari spia non va istallato all’insaputa del proprietario dell’apparecchio, in quanto si violerebbe l’art. 617 bis del c.p.p., reato perseguibile d’ufficio. In pratica chi installa tali apparati, è punito dalla legge se c è il dolo specifico, ovvero l’intenzione di intercettare comunicazioni all’insaputa degli interessati.

Sarebbe opportuno usare maggior chiarezza nelle pubblicità, soprattutto quelle dedicate ai più giovani, che sono facili prede d’inganno.

 

Carlo Liotti
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About Carlo Liotti

Giornalista Pubblicista iscritto all'Albo dei giornalisti da Aprile 2013. Dottore in Scienze e Tecnologie Alimentari. Appassionato di fotografia e di viaggi, capo redattore de ildiscorso.it, reporter/collaboratore per altri canali di comunicazione.

2 commenti

  1. semplicemente un bell’articolo!
    Complimenti.
    e complimenti al Direttore!

  2. Di tanto in tanto, qualcuno che scrive con cognizione di causa. Complimenti.

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