Disgusto. Provo profondo disgusto per quello che sta succedendo in questi giorni in Italia. Qui non si tratta di essere di destra o di sinistra, qui si tratta di essere considerati come un apatico pubblico di spettatori che assistono allo spettacolo tragicomico della politica. In questi casi le parole di Gaber “Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono” si incollano inesorabilmente alla maggioranza della gente, stanca di essere presa in giro, stanca di fare sacrifici immani senza essere degnamente rappresentata da chi gestisce il potere, da chi dovrebbe portare agli occhi del mondo la grandezza del suo popolo, in modo fiero e sincero. E invece no, sono ancora tutti lì, la compagnia degli attori dell’orrore ( o forse del patetico) non riesce a lasciare il palcoscenico, siano essi destrorsi o mancini. Signori vicini per natura biologica a demenza senile, ostinati a pensare che la loro gestione della cosa pubblica sia compatibile con le realtà moderne, con le evoluzioni scientifiche, tecnologiche con cui si troveranno a diretto contatto quelli che nel futuro ci saranno presumibilmente ancora, anche dopo il loro decesso. Arriva un momento nella vita in cui bisogna farsi da parte, lasciare che i nuovi prendano in mano le redini del gioco. È fisiologico, è necessario. Non vuol dire certo screditare la vecchiaia, pilastro di saggezza ed esperienza da offrire ai posteri; da offrire, non da imporre. Farsi da parte non è una sconfitta, è una forte presa di posizione che consacra e rende immortali gli eventuali successi conseguiti; lasciare ai successori qualcosa di importante.
La megalomania riscontrabile nella accozzaglia dei nostri politici potrebbe diventare oggetto di studi; uomini che non sono in grado di lasciare il potere, a costo di risultare ridicoli. Non lasciano, come bugiardamente affermano, per il bene comune, per la comunità; in realtà lo fanno per la smisurata vanità di cui sono schiavi. Sono tanti “Dorian Gray”, incapaci di accettare il tempo, incapaci di raccogliere il seminato, ma anzi sempre più voraci e affamati di consenso.
Disgusto. Provo disgusto per la totale mancanza di umiltà dei nostri politici.
Carlo Liotti