giovedì , 21 Novembre 2024
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ELEZIONI. MA IL CAVALIERE CI FA’ O CI E’?

Nonostante il risultato caldo , caldo delle urne Berlusconi ieri ha chiesto ai milanesi di cominciare a pregare, e ha ammonito i napoletani che presto si pentiranno delle loro scelte. Intanto i suoi alleati scaricano tutte le colpe sulle sue esternazioni ed i suoi patemi. Come sempre, chi perde non accetta critiche, e chi vince esulta senza capire che ora deve veramente accollarsi l’onere di cambiamenti che il cittadino comune vuole realizzare per tornare a respirare. L’unico segnale vero di questa tornata di votazioni amministrative è che la gente si è stufata di essere presa in giro da rappresentanti di partiti decisi dagli apparati e non da loro. Forse la richiesta più evidente che è uscita dalle urne è una sostanziale necessità di avere una classe politica che sia prima di tutto al servizio dei cittadini e poi pensi al proprio tornaconto personale. Sarà vero che è cambiato il vento? Non saprei.  Sono anni che accettiamo di tutto pur di non essere coinvolti in prima persona, e ne abbiamo visto le conseguenze sulla nostra  pelle. Lavoro inesistente, soglia di povertà sempre più alta, giovani allo sbando, corruzione e lassismo della classe politica a cui tutto è  permesso, scuola in disfacimento e cura della salute sempre più cara. Forse è ora di svegliare l’Italia dal torpore e ricordare quello che i padri dell’unità nazionale già stigmatizzano  da  oltre 150 anni : “la libertà non è un privilegio è una lotta giornaliera che va conquistata senza appisolarsi. Giorno dopo giorno occorre essere vigili se si vuol veder crescere i propri ideali di giustizia e legalità allontanando gli spettri della pigrizia e dell’atteggiamento passivo contro i soprusi di una classe dirigente che popolusticamente crede di poter ottenere tutto solo offrendo le briciole di quello che dilapida. Sarà il cavaliere finalmente conscio di aver dilapidato un potere enorme o continuerà a trascinare i suoi verso quel baratro che meritano per aver approfittato della democrazia e della pazienza degli italiani?  Ed i suoi alleati si renderanno conto finalmente che per cambiare le cose bisogna dimostrare di crederci e non di ottenerle per fare il bene dell’unto mediatico del momento? Ai posteri l’ardua sentenza.

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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