Nei mesi più caldi la speculazione diventa più cinica, più fredda, creando confusione e incertezza sui mercati e facendo traballare l’Europa. Lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi schizza nuovamente sopra i 500 punti e la riflessione sulle soluzioni promosse da Monti, Hollande, Merkel e Rajoy deve lasciare spazio ad ipotesi sulle cause di questa “irrazionale campagna” contro la stabilità economica dei paesi dell’Unione europea.
Siamo tutti stretti nella morsa di un conflitto tra dimensione globale e locale, tra opportunità e rischi della competizione economica internazionale opposti alle ricchezze e sicurezze, ma anche inefficienze, del locale. Nelle alte sfere e nella politica lo scontro si traduce nell’immortale disputa tra gli “statalisti” di stampo keynesiano e i “liberisti” della scuola di Milton Friedman, i primi vorrebbero un maggiore intervento dello Stato perché “i debitori in crisi difficilmente salderanno i debiti” quindi è meglio indebitarsi ancora per diventare più ricchi piuttosto che, come vorrebbero i friedmaniani, ridurre la spesa pubblica all’osso e lasciar fare al mercato. Le agenzie di rating valutano i paesi europei troppo “statalisti” per poter adempiere ai loro obblighi verso i creditori, quindi gli interessi aumentano e i debitori diventano sempre più poveri arricchendo solo gli speculatori, più o meno gli stessi che hanno sfruttato il libero mercato immobiliare apertosi negli anni novanta in Spagna, Stati Uniti e Gran Bretagna con i famosi mutui suprime e la conseguente famelica bolla immobilare.
Una descrizione semplicistica ma vicina alla percezione di “stato d’assedio” che si manifesta davanti alle notizie che riceviamo dai mass media. Un aspetto da non sottovalutare è la reazione psicologica dei gruppi (siano partiti, sindacati, governi, consumatori, imprenditori) ad uno “stato d’assedio”. Le conseguenti strategie di difesa possono essere diverse e contraddittorie davanti ad un nemico alle porte: da un lato il coraggio, dall’altro la tentazione alla chiusura o alla fuga. Crisi e nemici sono occasioni uniche per accelerare i cambiamenti, lo sapeva Friedman, lo dovrebbero capire i cittadini e la politica perché la Storia insegna che le cure perfette non esistono nemmeno in economia e la vera medicina è un rapporto stretto e sincero tra medico e paziente, alla faccia dei nemici.
Federico Gangi