Quello che non fanno le promesse elettorali della maggioranza di governo, e quello che non riesce a fare da solo il nuovo sindaco di Napoli De Magistris sta per trovare nuove risorse nel popolo del web. Hanno cominciato due scope e guanti spaiati da chirurgo, punto d’incontro una piccola piazza. Ora in tremila soltanto su uno dei social network coinvolti, e sono oltre duecento alle assemblee pubbliche e adottando quattro aree della città. Per cominciare con le braccia al posto delle parole a trovare quello spirito di iniziativa che le chiacchiere non bastano a risolvere i problemi. E forse per questo motivo che rimboccatisi le maniche si trovano energie nuove per non affogare o arrendersi al sudiciume ormai cronico di una città bellissima come Napoli. È il web che stavolta sveglia Napoli, città sottomessa da che storia è storia alla sorda indolenza, alla continua violazione della legge al sempre antico ” eh ch’ c’ puo fa!” quando l’onda della crisi – si chiami rifiuti o degrado – diventa compagno di vita quotidiano. La cura drastica quanto sicura diventa allora : ripartire dal basso. Grazie al tam tam del web ridarsi appuntamento e fare un pezzo di “pulizia” . Partire prima da una strada, poi pulire una piazza, poi un’altra. . Da soli. Senza Bertolaso ne Protezione civile, senza berlusconi ne esercito in altre parole senza padroni ne partiti con i loro simboli e le loro brave facce di bronzo che pretendono di rappresentarci. Si rimboccano le maniche, giovani senza titoli accadameci ne diplomi da mostrare, giovani senza neecessità di partecipare a bunga bunga o programmi televisivi spazzatura, che invece la monnezza la levano davvero dalle strade senza bisogno di Maria de Filippi, ne i vari Enrico Papi e Mammuccari, giovani che non hanno bisogno di Simona ventura o l’isola dei famosi per ripulire la loro amata città. E quando finiscono, con viso stanco ma aria felice si passano la parola e si danno appuntamento in un’altra zona da pulire. Il fai da te del riclico poi serve a racimolare fondi per continuare la loro opera ed essere laureati e nonni senza lavoro ragazzi o ragazze serve a dimostrare a questa scassata Italia che esiste ancora qualcuno che non ha preso il morbo del berlusconismo. Tutto è partito dalla tenacia di un anziano libraio, Rino De Martino, ormai uno baluardo di Piazza del Plebiscito abbandonata, e dopo, una laureata in Organizzazione e gestione del patrimonio culturale di 27 anni , Emiliana Pellone che dal suo blog, il 4 giugno lancia un appello: “Facciamolo noi, facciamo piazza pulita”. “Credo che ce la possiamo fare, solo se ci impegniamo tutti in prima persona – spiega Emiliana – . Alla fine basta poco, mi sono detta: una scopa, una paletta, un paio di guanti e tanta acqua pubblica, e si lava la faccia a un frammento di città. Avevo scritto ai miei amici di Facebook: diamoci una mossa e con una forma di flash mob una performance, filmata e ripresa, iniziando da piazza Bellini, gremita di turisti è nato, in Rete, il fenomeno CleaNap, che sta per clear (pulisci) Napoli, e anche il sottotitolo Piazza Pulita ha una valenza didascalica e insieme metaforica”. Nella città delle oltre 2000 tonnellate di immondizia che sta foderando di nuovo gli angoli cittadini, per non parlare delle 15mila spalmate in tutta la provincia, cresce la voglia di dimostrare. Capita che scendano in piazza giovani e anziani con detersivi e pannopelle. E che mettano le mani, appunto, invece delle parole degli altri. dopo gli inizi in sottovoce ai primi di maggio con De Martino e la pulizia del colonnato di San Francesco di Paola, ed il seguito della proposta di Emiliana parte l’11 giugno la pulizia di piazza Bellini, poi tocca al Largo Banchi Nuovi, e agli inizi di luglio ai giardinetti di Porta Capuana. Prossima tappa per il 24 luglio: appuntamento alle 17 in piazza Santa Maria La Nova. Il Tam tam continua sul blog e sia nella Rete sia in strada, alleati convinti continuano a crescere a dare la propria mano con pale e secchi non certo solo con frasi e parole sul web. E poi aiutati dall’intraprendenza di Francesco Emilio Borrelli, ex assessore dei verdi in Provincia è partito l’attivismo di cittadini che da soli stanno diffondendo la moda virtuosa di autotassarsi e mettere la compostiera per l’umido in cortile . Interi nuclei di famiglie, progettano l’uso di una compostiera, e si informano con quali batteri possono trasformare il loro umido in umus e dove acquistarla. Perfino nella periferia c’ è chi si è mobilitato per una differenziata spontanea. Il sindaco Luigi de Magistris sa che senza il contributo dei cittadini e delle cittadine non è possibile alcun miglioramento della situazione rifiuti , ma sa anche che Napoli ha fatto le sue rivoluzioni sempre partendo da un Masianello o da un pescatore qualsiasi dal basso e spera che delegando un consigliere Raffaele Del Giudice al compito di mobilitare e organizzare la cittadinanza qualcosa possa venire di positivo dalle tante iniziative spontanee che hanno un importante valore simbolico, oltre che pratico, e alimentano la speranza di quanto sia possibile un cambiamento ambientale e civico. Ora diventa importante avviare un vero bombardamento mediatico in grado di stimolare comportamenti virtuosi e allo stesso tempo auspicare un inasprimento delle sanzioni per i trasgressori. La mobilitazione cresce. Senza enfasie senza agli eroi pulitori sperando che più gente scenda nelle strade, perchè sul web si grida che ci vogliono più braccia, più gente che fae meno che chiacchiera. Forse Napoli, da sola con la sua innata stima e il suo atavico e perenne disicanto dal mondo dei potenti da sola riuscirà a cancellare quell’onta che ha macchiato la sua fama nel mondo, e forse solo così spera di essere nominata all’estero più per il suo sole e la sua pizza, e meglio ancora per la sua musica ed il suo mandolino piuttosto che per la sua monnezza e l’incuria di chi dall’alto continua a fare solo con parole e populismo.
Enrico Liotti
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