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Tibet: In un mondo di ciechi

8 Agosto 2008, uno spettacolo oltre il limite dell’immaginazione apre i Giochi della XXIX Olimpiade, nel nuovissimo e super tecnologico Stadio Olimpico di Pechino. Il grande paese rosso si è totalmente aperto all’occidente; potrebbe essere l’inizio di una nuova Era per le potenze mondiali. Forse la Cina è pronta per diventare una nazione forte e democratica, in cui i diritti umani entrano prepotentemente nell’apparato statale e legislativo del paese.

22 Febbraio 2012, la vera faccia della Cina emerge per quella che è e che è sempre stata. Tuttavia ancora oggi rimane protetta da quell’alone di mistero e dal silenzio dei governi del mondo. Ogni giorno le massime autorità del globo condannano quel dittatore sanguinario o quel governo anti-democratico, ma del grande Dragone Rosso mai un accenno, un articolo, una critica. Eppure in Cina di cose ne succedono e di una drammaticità spaventosa. La difficoltà nel rompere questo silenzio è naturalmente studiata nel minimo dettaglio dal governo centrale cinese, che da tempo impedisce a chiunque, sia reporter che turisti, di visitare il Tibet e quindi di far trapelare la verità sul genocidio che perpetua ormai da sessant’anni. Ogni tanto capita che qualche testimonianza riesca a trapelare e il panorama che se ne trae è di uno Stato tiranno che vuole cancellare un’intera realtà nazionale, distruggendo le persone di quei luoghi sia nello spirito che nel fisico. Si tratta di vera e propria violenza psico-fisica, una sorta di svuotamento totale dell’individuo dalla sua cultura, dalla sua storia, dai suoi affetti e dal suo futuro. In Cina si chiama “rieducazione” al partito, nella realtà si tratta di crudeli tecniche di terrore che portano alla paura e alla diffidenza verso chiunque, persino i parenti più stretti. In un’atmosfera di controllo totale della persona e delle situazioni, chiunque può essere un informatore del governo; e per il partito chiunque può essere un dissidente da “riabilitare”. Orwell nel 1949 pubblicava il romanzo “1984”, profezia di un paese totalmente succube di un ideale politico; nello stesso anno inizia la tragica storia del Tibet e della sua completa perdita di libertà.

Sul sito Asianews.it è possibile leggere la preziosa e rara testimonianza di una fonte tornata da Lhasa, che racconta nel dettaglio quello che succede oggi in Tibet, di come settemila persone possano scomparire nel nulla, di come i monasteri di tutto il paese siano diventati delle caserme armate, di come la repressione contro i dissidenti o meglio dei presunti tali sia costante e logorante.

Un’altra importantissima testimonianza sulle atrocità della Cina verso il popolo tibetano è quella del monaco buddhista Palden Gyatso, torturato e incarcerato nelle prigioni cinesi per 33 anni. La forza del suo spirito gli ha permesso di fuggire da quell’inferno; per mostrare al mondo intero tutte le agghiaccianti umiliazioni che ha subito e che subisce ogni giorno il suo popolo ha pubblicato la sua storia nel libro “Tibet – Il fuoco sotto la neve” (che consiglio caldamente di leggere) uscito nel 2006.

La peggiore pena che subisce questo popolo è la completa indifferenza delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti d’America, che con il loro silenzio e la loro non curanza verso questo massacro ingiusto sono complici della scomparsa di un popolo.

Pagine da visitare:
http://www.asianews.it/notizie-it/Lhasa-%E2%80%9C%C3%A8-divenuta-un-inferno-per-i-tibetani.-Ecco-come-vivono%E2%80%9D-24044.html

Libri consigliati:
Tibet – Il fuoco sotto la neve, Palden Gyatso, pubblicazione 2006, Sperling & Kupfer

Carlo Liotti
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© Riproduzione riservata

About Carlo Liotti

Giornalista Pubblicista iscritto all'Albo dei giornalisti da Aprile 2013. Dottore in Scienze e Tecnologie Alimentari. Appassionato di fotografia e di viaggi, capo redattore de ildiscorso.it, reporter/collaboratore per altri canali di comunicazione.

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