In circa tre mesi ha già raggiunto oltre 30 mila firme e da oggi la petizione lanciata dall’ex assessore al Comune di Milano, Stefano Boeri, per salvare la musica dal vivo, può contare anche sul sostegno e sull’appoggio del Comune di Udine. La giunta comunale, su proposta dell’assessore alla Cultura Federico Pirone ha infatti approvato una delibera in cui palazzo D’Aronco condivide l’appello e sottoscrive la petizione rivolta da Boeri e altri al Ministro peri beni e le attività culturali Massimo Bray. “Condividiamo – sottolinea Pirone – la petizione e anche noi chiediamo al Ministro una riforma sistematica delle norme che riguardano la musica dal vivo, per favorirne lo sviluppo, per semplificare la burocrazia, per adottare regole chiare e di semplice applicazione. In particolare – prosegue l’assessore – la nuova normativa, che tutti auspichiamo, dovrebbe interessere soprattutto i piccoli concerti e la musica dal vivo suonata nei locali fino a 200 posti, con l’obiettivo di incentivarne l’organizzazione attualmente resa difficoltosa da procedure burocratiche complicate e costose. Ma non solo – continua Pirone –, perché favorire lo sviluppo della musica dal vivo significa anche dare la possibilità a tantissimi giovani, e non solo, di suonare in pubblico con la consapevolezza che la buona musica è sì intrattenimento, ma soprattutto socialità e creatività. Senza contare – chiarisce – che è necessario dare dignità ai musicisti quali lavoratori dello spettacolo in termini di retribuzione e previdenza considerato, fra l’altro, che questo settore detiene il deplorevole primato del lavoro sommerso”. L’8 marzo 2012 il Parlamento inglese ha approvato il Live Music Act, una legge che liberalizza nel territorio del Regno Unito le esibizioni di musica dal vivo con pubblico inferiore a 200 persone entro le 23, in particolare per i concerti acustici. Lo scopo della legge è quello di aumentare la proposta di musica dal vivo e agevolare i locali che la propongono. L’iniziativa ha suscitato molte reazioni anche nel nostro Paese, dove numerosi addetti ai lavori lamentano da anni la mancanza di attenzione della politica verso il settore musicale e più in generale verso la cultura. Ecco perché l’ex assessore alla Cultura di Milano Stefano Boeri ha lanciato una petizione sull’argomento con una lettera aperta al Ministro Bray che l’ha subito appoggiata. “Noi crediamo, gentile Ministro – scrive Boeri nella petizione fatta propria dal Comune di Udine –, che una legge italiana sulla musica dal vivo sia oggi cruciale. Una legge che, in accordo con la Siae e l’ex Enpals, due oneri fissi per qualsiasi pubblico spettacolo, annulli le procedure burocratiche e i permessi per i locali, di qualsiasi tipo, che ospitano chi si esibisce dal vivo”. La richiesta ha trovato forma in un emendamento che consente l’autocertificazione per chi organizza concerti dal vivo entro una soglia massima di 200 spettatori ed è ora all’attenzione della Commissione Cultura del Senato e probabilmente verrà inserito nel Decreto Cultura presentato dal Governo Letta. “Con quest’atto – prosegue l’assessore comunale di Udine – crediamo si possano incentivare le formazioni che si esibiscono in acustico come quelle che, ad esempio suonano rock, jazz, blues, folk, reggae, o musica classica, in modo da dare una soluzione al problema della cosiddetta movida. Generi musicali che hanno un alto valore culturale perché incentivano lo studio della musica fra i giovani e concorrono alla formazione di quella cultura musicale così carente nel nostro Paese. Una legge quadro sulla musica dal vivo che andasse in questa direzione – auspica Pirone – consentirebbe di attivare politiche di educazione musicale volte a valorizzare gli operatori del territorio, riconoscendo la valenza culturale e sociale dell’approccio allo studio della musica e il suo naturale contrasto alle forme di disagio giovanile, in una visione che non faccia distinzioni fra cultura ‘alta’ e ‘popolare’ e che individui nel ’fare musica’ e nel suo consapevole ascolto un momento fondamentale di aggregazione e di crescita sociale di una comunità”.
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