L’associazione Italia-Russie di Pordenone (http://italiarussie.blogspot.it/) organizza conferenze, concerti, incontri, mostre, corsi di lingua e cultura russa da circa un trentennio. Il gruppo di appassionati e cultori della civiltà russa si è col tempo allargato e ha coinvolto tutta la provincia di Pordenone, e non solo.
La sede raccolta di via Selvatico 21 ha ospitato nella serata di ieri, 1 marzo 2013 dalle ore 18, la relazione della russista e francesista Prof.ssa Gina Pigozzo Bernardi sugli scrittori russi dell’ultimo ventennio. La relatrice, laureatasi presso l’università Cà Foscari con il professor Vittorio Strada, tra i maggiori filologi e critici italiani per quanto riguarda il panorama russo, è nota anche per i suoi contributi alla rivista Slavia di Roma.
Alla conferenza è intervenuto un gruppo eterogeneo di docenti, studenti di russo dell’Università di Udine, persone madrelingua e appassionati di ogni età.
Dopo aver dato una panoramica sulla narrativa russa in genere, sulle attitudini innate dei popoli slavi alla narrazione, sulla ricchezza semantica degli etimi dei vocaboli russi, Gina Pigozzo Bernardi ha fatto un rapido excursus sulla storia del Novecento. Ha individuato come date di svolta il 1985 (elezione di Gorbaciov a segretario di partito e conseguente inizio del periodo della “perestrojka”), il 1991 (crollo dell’URSS e governo filo-capitalista di Boris El’cin) e il 2000 (morte di El’cin e inizio della fase putiniana, tuttora in atto). Per quanto trattino tematiche differenti, a partire da punti di vista diversi e con scopi vari, alcune caratteristiche legano i narratori russi dell’ultimo ventennio: l’ironia critica (si pensi a Erofeev innanzitutto), la fierezza nazionale (un esempio è sicuramente Limonov, il quale oltre che scrittore, è anche politicamente impegnato per il partito nazional-bolscevico), la fuga da una nauseante realtà, da ciò che è impegnato politicamente, verso la finzione, l’immaginazione, l’intimo personale, mondi alternativi, caratteristica del post-modernismo (ne sono rappresentanti Pelevin, Sokolov, la Tolstaja, Akunin), la spietatezza della narrazione che riflette la crudeltà della storia che questo popolo ha vissuto, la ricerca incessante della verità (che raggiunge l’apice nei saggi della Politkovskaja, tragicamente scomparsa nel 2006). Per quanto riguarda i generi letterari preferiti di quest’epoca invece Gina Pigozzo Bernardi ha parlato di auto- e biografia, di romanzi sociali, di saggi sociologici. La professoressa ha quindi individuato due tendenze narrative maggiori: il post-modernismo e la prosa femminile, che non va ritenuta un insieme di opere scritte da donne per le donne, ma una produzione di valenza universale, priva di frivolezze, carica di quella dignità e forza d’animo tipiche della donna russa di tutti i tempi, ma soprattutto di quella che ha vissuto ed è sopravvissuta al regime sovietico.
Molti autori russi non sono purtroppo ancora tradotti in italiano, ma come ha ricordato la stessa Gina Pigozzo Bernardi, tutte le opere sono reperibili in Internet, ovviamente in lingua originale.
Martina Napolitano