È morto a Roma, nella Casa di Cura Villa Mafalda, lo scrittore, giornalista e regista Alberto Bevilacqua. Tra i riconoscimenti ricevuti, lo Strega, il Campiello e per due volte il premio Bancarella
La carriera. Nato a Parma, Bevilacqua aveva esordito come scrittore con un volume di racconti, La polvere sull’erba, cui seguono la raccolta di versi L’amicizia perduta, la cronaca-romanzo Una città in amore e alcuni romanzi dei quali si ricordano L’occhio del gatto (1968); Il viaggio misterioso (1972); Il curioso delle donne (1983), La grande Gio’ (1986), I sensi incantati (1991), L’eros, GialloParma (1997), Gli anni struggenti (2000), Parma degli scandali (2004), Lui che ti tradiva (2006). Da segnalare le singolari opere di narrativa Lettera alla madre sulla felicità (1995) e Tu che mi ascolti (2004), incentrate sul tema del rapporto fra madre e figlio, e Il Gengis (2005), romanzo articolato e complesso che ha per tema il potere. Vanno citate anche le raccolte di versi Le poesie (2007) e Duetto per voce sola. Versi dell’immedesimazione(2008); i libri di racconti brevi apparsi sotto il titolo Storie della mia storia (2007) e Eros II (2009); il romanzoL’amore stregone (2009), la raccolta di scritti Roma califfa (2012), ispirata alle figure ideali della Madre e della Città. Come regista dirige la trasposizione cinematografica dei suoi romanzi La califfa (1970), Questa specie d’amore (1971) e La donna delle meraviglie (1985), come anche Attenti al buffone (1975), Le rose di Danzica (1979), Tango Blu (1988).