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Il segreto per comunicare efficacemente con i bambini e i ragazzi – Lezione 19

ABBATTERE IL MURO

Grazie al Rapport, abbiamo fatto breccia nel muro dell’ascolto. Ora, ci sono altre cose per far sì che quel muro scompaia? Sì, ci sono.

Il tempismo: scegliete il momento giusto per parlare ai vostri bambini. Per esempio ho notato che con mio figlio non c’è speranza che racconti la sua giornata scolastica subito dopo la scuola. Alla domanda: “Come è andata?” Mi risponde sempre e solo “Bene” e al  “Cosa avete fatto?” La risposta è “Niente”. Ho imparato che invece, quando lo metto a letto, prima di addormentarsi, è ben propenso a parlare e a raccontarmi cosa è successo a scuola. Quindi quando dovete dire qualcosa di importante ai vostri figli, scegliete il momento più appropriato anche per loro.

Il silenzio: si dice che il silenzio è d’oro. Voi fate silenzio quando parlano i vostri bambini? Se i vostri bambini vi raccontano qualcosa di importante per loro, vi suggerisco di usare il silenzio per incoraggiarli a parlare di più! Lo so, anche per me è difficilissimo: sono sempre tentata a riempire il silenzio. Lasciate invece che siano i vostri bambini a riempire il silenzio, come nell’esempio della madre con la figlia che non voleva fare i compiti.

Rimando al prossimo capitolo per darvi maggiori spunti per migliorare la vostra comunicazione a livello parlato.

Entrare in sintonia con i vostri bambini aiuta non solo a fare in modo che loro si sentano più a loro agio con voi e siano più disposti ad ascoltarvi, ma serve anche a voi per mettervi nei panni dei vostri bambini: assumere la loro posizione, respirare nel loro modo, parlare come fanno loro, vi fa assumere la loro prospettiva e vi aiuta a iniziare a pensare come loro ed entrare nel loro mondo ed ascoltarli di più a vostra volta.

Un’avvertenza importante. Se vi doveste trovare davanti ad una sfuriata del vostro bambino come impossessato dal demonio, con capricci assordanti, non mi sembra una buona idea quella di ricalcare il suo atteggiamento. Magari funziona una volta perché questo potrebbe distrarre il vostro bambino (pensando che siete diventati matti), ma forse non aiuterebbe molto la situazione. In questo caso lasciate il bambino solo, fino a quando si è calmato un po’ e poi, per entrare in sintonia con lui, fate un “ricalco incrociato”. Mi spiego. Se lui, ancora nervoso, sbatte di continuo il suo piede contro al bordo della sedia, voi potete picchiettare con il palmo della mano sulla vostra coscia allo stesso ritmo del suo piede e poi, quando lo fate per un po’, smettete e vedete se smette anche lui (se così fosse, significa che siete entrati in sintonia con lui e che lo avete condotto fuori dal suo comportamento, portandolo a ricalcare voi). Penso che il ricalco debba essere usato sempre in modo vincente per entrambe le persone. Se il vostro bambino è agitato, nervoso ed assume quindi una fisiologia agitata, nervosa, ricalcare esattamente quella fisiologia, porterebbe anche voi a sentirvi allo stesso modo e ciò non aiuterebbe nessuno dei due. In questi casi provate il “ ricalco incrociato” e quindi, se il vostro bambino p.es. è arrabbiato e respira in modo molto veloce, potreste ricalcare il ritmo del suo respiro con un dito, sollevandolo e abbassandolo allo stesso ritmo del respiro.  L’intenzione del ricalco deve essere sempre positiva per voi e per la persona che vi sta davanti. La differenza tra manipolare e non manipolare le persone sta, secondo me, nell’intenzione che date alle vostre azioni: l’intenzione deve essere sempre positiva ed essere di beneficio ad entrambe.

Un ultimo consiglio per migliorare l’ascolto ed entrare in sintonia con i vostri bambini è quello di chiarire e riassumere quanto vi dicono. Fate domande, siate curiosi, evitate i perché e preferite i come, ripetete quello che vi hanno detto per essere sicuri che quello che avete capito sia ciò che loro intendono. Così facendo, mostrate interesse e confermate che avete ascoltato attentamente ed evitate fraintendimenti. Per esempio, qualche tempo fa, mio figlio è venuto a casa dalla scuola e mi ha detto: “Odio questa scuola e la mia nuova maestra” . “Mi stai dicendo che non ti piace più la scuola e che la nuova maestra non ti va?” “Beh, non odio la scuola, mi piace giocare con i miei compagni, ma la maestra mi sgrida sempre!”, “Raccontami di più!”.  Nel capitolo 5 svilupperemo queste basi quando parleremo di  trovare soluzioni alle sfide che vi si presentano con i vostri bambini.

Riflessioni… Vuole essere un televisore

Vero o no…

Un’insegnante chiese agli studenti di fare un compito in cui avrebbero chiesto “ Che cosa gli sarebbe piaciuto che Dio avesse fatto per loro”.
La sera, correggendo i compiti, notò uno di essi che la lasciò molto commossa.

Suo marito, rientrando in casa, la vide piangere e le chiese:
– Che cosa è successo?
Lei rispose:
– Leggi, questo è il compito di un mio alunno:

– Signore, questa sera Ti chiedo qualcosa di molto speciale: Fammi diventare un televisore.
Voglio prendere il suo posto, vivere come la TV in casa mia, avere un posto speciale e avere la mia famiglia intorno a me … Essere preso sul serio quando parlo … Voglio essere al centro dell’attenzione ed essere ascoltato senza interruzioni né domande.
Voglio ricevere le stesse cure speciali che si riceve quando la TV non funziona.
Avere la compagnia di mio padre quando torna a casa dall’azienda, anche se è stanco.

Voglio che mia madre mi cerchi quando è sola e annoiata e voglio anche che i miei fratelli litighino per stare in mia compagnia.
Voglio che la mia famiglia ogni tanto lasci tutto da parte per stare con me e che riesca a divertire tutti anche se la maggior parte delle volte non dirò niente di importante.
Signore, non Ti chiedo molto.
Voglio solo vivere come un qualsiasi televisore!

A questo punto il marito della professoressa disse:
– Mio Dio, povero ragazzo, che genitori distratti, questi!!!
Lei rispose:
– Questo compito è di nostro figlio.

(Anonimo)

Alla prossima settimana

Con affetto Vostra Siria

Dr. Siria Rizzi – Certified NLP Trainer – ABNLP

© Riproduzione riservata

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