Ian Gillan (voce), Steve Morse (chitarra), Roger Glover (basso), Don Airey (tastiere) e Ian Paice (batteria), i noti e sempre amati dal 1970 Deep Purple – (pur con gli avvicendamenti dei componenti succedutisi negli anni) – si sono esibiti ieri sera all’Area Concerti Festival di Majano davanti ad oltre cinquemila spettatori composti da un eterogenea platea di giovani e non più giovani che erano presenti per rivivere la magia degli anni ’70. Intramontabili, sempre presenti all’urgenza di un passato che non vuole morire e decisi a far valere ancora l’indubbia classe che li ha fatti entrare di diritto nella storia della musica, hanno dato sfoggio delle loro capacità tecniche e delle indiscusse doti musicali.
La storica band che ha dato origine al genere heavy metal è apparsa in forma smagliante nonostante il passare degli anni ed il cambiamento dei generi musicali avvenuto nel frattempo. Tra i brani piú apprezzati: Into the fire e Hard lovin’ man a cui sono seguite Fireball e No one came come pure Lazy e Vincent Price. Ovviamente non poteva mancare il celebre e “sempre verde” Smoke on the water, che ci è apparso come un vero regalo dei Deep Purple ai propri fan ed ai giovani curiosi di conoscere gli idoli dei propri genitori. La chiusura del concerto, con Hush e un incredibile Black night, ha rinverdito nei nostalgici i bei tempi dei concerti rock live e ai giovani ha indicato la musica che non vuole estinguersi e la tenacia dei “vecchietti” che ancora si muovono sul palco con la verve e la forza degli anni ’70.
Un vero tuffo nel rock, dalla qualità dell’esecuzione live impressionante, che molti gruppi di più recente formazione non sanno trasmettere ai propri fan nonostante i passi da giganti fatti nell’evoluzione della strumentazione e delle scenografie negli ultimi decenni. Una sola parola per definire la band: “UN MITO !”
Dario FURLAN
Foto Petrussi Foto Press