To Rome with love è l’ultimo film di Woody Allen. Con Alec Baldwin, Penelope Cruz, Roberto Benigni, Fabio Armillato, Antonio Albanese, Riccardo Scamarcio, Ellen Page, Jesse Eisenberg, un vigile di Roma e tanti altri.
È un film complicato. Ci sono tantissime cose in questi 110 minuti. Woody è un pò misogino ma anche un pò misantropo, ma anche felice di buttare su pellicola qualche stereotipo sull’Italia. Cè spazio per dar sfogo alla fantasia del regista nella storia dedicata al tenore di professione Fabio Armillato. C’è spazio per l’Italietta quando, inspiegabilmente, il signor Pisanello diventa incredibilmente famoso. La misogina è Penelope Cruz, prostituta d’alto bordo (forse sarebbe più adeguato escort?) che conosce bene se stessa e quindi le donne ed i loro pensieri. Il misantropo è Alec Baldwin che con le sue comparsate improvvise in scene che non gli appartengono, in uno stile che ricorda un pò la nouvelle vague, alle volte interagisce con gli altri personaggi, alle volte no. Fa la parte di quello che la sa lunga, parla, ma nessuno gli crede, ed infine ha ragione sulle debolezze del genere umano. Quando, all’ultima delle sue apparizioni, Alec ci lascia dicendo “le cose accadono” sembra abbandonare la propria misantropia per arrendersi all’umano semplicemente per quello che è.
Ma forse, nel voler gettare in 110 minuti tutte queste cose ed altre ancora, insomma una parte molto ampia dei suoi pensieri, Allen si è un pò sbagliato. Perchè è tutto abbozzato, non c’è niente di approfondito. Tutte le trame nascono si sviluppano e muoiono troppo velocemente se considerate singolarmente, ma messe insieme danno l’impressione di essere un pò troppo lunghe. La cosa più bella della pellicola, forse, per chi è nostalgico, è rivedere Roma quasi in technicolor dalle terrazze dove la telecamera ci porta. Ma anche vedere il vigile danzare sulla pedanda in apertura, e poi per tutto il film noi italiani gesticolare proprio come il resto del mondo pensa che facciamo, non è male. Non è un omaggio ne uno schiaffo alla nostra capitale, è un film che avrebbe potuto essere girato altrove, ma non avrebbe potuto essere così se non a Roma.
Luca Artico
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