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LE BANCHE SONO SACERDOZI? La storia sacrale del credito raccontata per la prima volta in parole e musica ad Assisi

Mercoledì 23 luglio, alle ore 18.00, ad Assisi, presso la Sala Conciliazione del Municipio, nell’ambito del Festival Assisi Suono Sacro 2014 “Contemplum

In scena il testo creato da Marco Nicoletti, giornalista e scrittore, e musicato dal flauto di Andrea Ceccomori, dal titolo di “Sacralità della moneta”.
Si tratta di un originalissimo lavoro in sette quadri, ognuno supportato da immagini di documenti rari ed inediti; “un viaggio – tanto per citare il sottotitolo –  nell’archetipo delle banche, che principia dai padri della Chiesa, attraversa l’astuzia delle tenebre e la santa moneta del lavoro, fondamento unico e certo di ogni ricchezza, scopre”. L’appuntamento gode del prezioso supporto del Credito Cooperativo Umbro – BCC Banca di Mantignana che, aderendo all’iniziativa, ha voluto così valorizzare i principi antichissimi del credito cooperativo in contrapposizione ad un’economia fredda e senz’anima.

Muovendo dai presupposti ermetici che presiedono il significato più profondo del credito, misteri a tutt’oggi mai indagati, attraverso un sintetico viaggio da Sant’Agostino fino a Ezra Pound, indagatore contemporaneo degli arcani del credito e della moneta, la narrazione di Nicoletti, accompagnata dalle evocative musiche di Ceccomori, riscopre le motivazioni originarie e assolutamente sacrali dell’istituzione del credito, come anche i misteri sulfurei che sovente ne torcono la storia. Si ricompone quindi l’impronta metafisica dalla quale prese forma la primigenia istituzione bancaria, con tutti i suoi soli e le sue galassie nere. Un’impronta alla quale, soprattutto oggi, il mondo del credito dovrebbe tornare ad ispirarsi per riscoprire la sua vera ragione di essere.

Il lavoro nasce dall’osservazione di come, negli anni che stiamo attraversando, tra i frutti di un’economia in difficoltà, appaia sempre più generale l’avversità delle popolazioni d’Europa verso le istituzioni bancarie, a ragione colpevoli di tale situazione a causa della spregiudicata speculazione finanziaria attuata negli ultimi decenni. Tanto che, nell’immaginario delle masse, l’idea di istituzione bancaria coincide oggi con quella di un mostro acefalo e borsaiolo, distruttore delle sane tradizionali economie scaturite dal lavoro.
Ma è questo il valore archetipale delle banche che ci consegna la tradizione?
Quello del credito è un mistero legato al potere supremo di denominare le cose e quando si trasferisce il nome di una cosa su una polizza, non c’è più bisogno di trasportarla da un luogo all’altro, il valore si sposta senza che la merce si muova. Questa operazione metafisica in epoca arcaica avveniva a opera dei sacerdozi templari. In sanscrito il denaro è mudrà che significa simbolo del cosmo. Il clero templare scoprì la sequenza metafisica, prima viene la merce tangibile, poi il suo nome che è scritto su una polizza che ne attesta il possesso e basta a riscuoterne il valore, che ne è l’essenza.
A questo punto la materialità della merce può anche sparire. Si può accreditare la possibilità che essa esista. In seguito si arriverà ad accreditarne il valore proprio perché essa non esiste.
A questa fase ultima e mirabile si giunge quando Mefistofele rifornisce i forzieri dell’Imperatore con carta moneta garantita dai giacimenti del sottosuolo, i cui metalli non possono venire alla superfice, perché ormai nessuno ha più convenienza a scavarli, essendone il valore già disponibile nella cartamoneta.
Chiunque ha un nome può garantire il nome di una merce ed emanerà polizze corrispondenti: il suo nome proprio copre, sostanzia tutti i nomi di merce che la sua nomea consente.
I problemi monetari moderni presentano come realtà spicciole queste verità trascendentali. Gli Stati non promettono neanche più sulle loro banconote di pagare il valore scritto su di esse, basta la denominazione. La denominazione crea dunque il valore, l’essenza: chi restringe la circolazione della moneta ne accresce il valore, crea ricchezza dal nulla, dalla privazione, come il sacrificio del Dio (il suo ritirarsi) crea la realtà apparente.

Tornando ai valori del Credito Cooperativo, ricordiamo che i principi a cui si ispira questo particolarissimo sistema bancario, prevedono non il mero conseguimento del profitto, bensì un ritorno economico a vantaggio delle comunità in cui operano. Nella convinzione che il miglioramento sociale ed economico del territorio torni a vantaggio delle comunità stesse e quindi anche della Banca.

 

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