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Minsk 2011: dalla Bielorussia con amore (per il teatro)

Frammenti di vite che non possono lasciare indifferente lo spettatore. Rappresentazione di un paese, la Bielorussia non così lontana – geograficamente parlando – dall’Italia ma dove resiste l’ultima dittatura d’Europa, dove parole come libertà di pensiero, di azione, di stampa sono solo lettere una vicino all’altra vuote di significato, dove i diritti umani vengono quotidianamente calpestati, dove le “ovvie” manifestazioni della vita di un individuo pensare, parlare, amare vengono silenziosamente soppresse. Questi sono alcuni degli argomenti toccati dal nuovo spettacolo del Belarus Free Theatre, presentato ieri sera al Palamostre (nell’ambito della rassegna Teatro Contatto – Eurovisioni), unica data italiana. E’ “Minsk 2011. A reply to Kathy Acker”. La piece è la risposta al racconto NYC 1979 dove la scrittrice spiegava i cambiamenti sociali dell’America attraverso la sessualità. Così i Belarus prendono spunto dalla Acker per raccontare i mutamenti che avvengono in Bielorussia e le conseguenze degli stessi sulla vita intima delle persone. La repressione non riesce però a far smettere il battito del cuore di uomini e donne che cercano in tutti i modi di vivere e di esprimersi: la notte diventa il nuovo giorno dove ci si cerca di abbracciare, toccare, frequentare locali per gay e lesbiche. Così anche le cicatrici diventano sexy e “Minsk è la città più sexy del mondo”. Tutto si svolge, quindi, sotto l’occhio o meglio il manganello di Lukashenko, colui che è al potere dal 1994 grazie a elezioni “pilotate” e che ha modificato la costituzione per stare al potere il più a lungo possibile. Gli attori mettono in scena esperienze di vita vera, provate sulla propria pelle. C’è chi ha perso il lavoro, chi è sotto controllo, chi è nella black list come la fondatrice dei Belarus costretta a vivere a Londra. Perchè tutto ciò che è in scena è quello che vivono gli abitanti di Minsk e gli attori per poter fare teatro sono costretti alla clandestinità, a rappresentare le loro storie nella cantine, negli appartamenti dando appuntamento agli spettatori grazie al passa parola. Tutto ciò che non  possono dire in patria è però ascoltato fuori dalla mura domestiche dove  possono rappresentare i loro spettacoli e dare voce a un disagio profondo quanto diffuso. Grido che è ascoltato nel mondo come ad esempio in Gran Bretagna da attori quali Tom Stoppard e Jude Law, che si è unito ai manifestanti in strada contro il regime dittatoriale e per la liberazione dei prigionieri politici bielorussi. Di certo rimarrebbe sordo a questi appelli l’ex premier italiano Berlusconi, capace di dire di Lukashenko che «la sua gente la ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e conosciamo». Il primo incontro ufficiale tra Berlusconi e l'”amico” Lukashenko avvenne nell’aprile 2009: era dal 1995 un capo di governo europeo non accoglieva Lukashenko nella sua capitale.

Maria Teresa Ruotolo

About Maria Teresa Ruotolo

Nata a Udine nel 1970 vive a Grado. Giornalista Pubblicista dal 2004; Laurea in Scienze Politiche indirizzo politico sociale collaborazione varie: con il Consorzio Agenti Immobiliari per la redazione dell’editoriale di Corriere Casa Nord Est; con Gruppo Sirio per la redazione di articoli pubblicati sul periodico Business Point e altre varie collaborazioni per la redazione di articoli di attualità e politica.

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