Il concerto di ieri sera, a Roncade, ha incarnato l’autentica forza del gruppo fiorentino nel trasportare con la loro musica, quasi fisicamente, il pubblico nel loro mondo mediterraneo – sudamericano. I quattro gradi sotto zero fuori dal New Age , con ragazze e ragazzi che battevano letteralmente i denti, non ha scoraggiato il tutto esaurito. Il concerto ha presentato nella terra veneta il nuovo album dei Bandabardò, Scaccianuvole, e chi si aspettava una serata all’insegna del patchanka, ha avuto una piacevole sorpresa. Potremmo definirlo un disco meno rivoluzionario e più di concetto, ma sbaglieremmo perché come lo stessa voce del gruppo, Enriquez, ha precisato, questo è un album che parla anche d’amore, ma non è semplicemente romantico, perché non parla solo di quello tra un uomo e una donna ma anche dell’ amore per gli ideali e per questo Paese.
Proprio il brano “Un Paese Cortigiano” ha inaugurato l’esecuzione dei nuovi “pezzi”, tra i quali vanno assolutamente menzionati il frizzante Rosa Luxembourg e Godi, con la geniale interpretazione scenica di un Ramon, il percussionista cubano che collabora al gruppo, vestito da seducente ammiccante signorina bionda.
Il concerto, che doveva inaugurare l’abum Scaccianuvole, in realtà, è stato un “scaccia-inverno”, e quando il gruppo ha interpretato le classiche “bandiere”, il pubblico era in completo visibilio, sembrava formare un unico e solo polmone in movimento. Il calore della gente e le voci all’unisono durante “Manifesto”, parevano non provenire da una notte invernale nelle fredde lande trevigiane ma da un caldo e afoso primo maggio romano.
Si potrebbero spendere davvero tante e troppe parole, per un concerto che è stato un’emozione unica dal primo brano alla sua conclusione, ma come avrebbero detto i Bandabardò “le parole servon tanto ma il cuore fa di più” quindi l’unico modo perché possiate capire è inviarvi alla prossimo passaggio nel nordest della band toscana, sperando che questo accada al più presto.
[nggallery id=6]Marco Zanolla
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