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IL VOLO DEL JAZZ 2014

SACILE – TEATRO ZANCANARO

12 e 14 dicembre 2014

Allo Zancanaro di Sacile venerdì 12 dicembre la nuova voce dell’Africa Dobet Gnahorè. A chiudere la rassegna, domenica 14 dicembre, i giovani talenti della Flight Big Band.

Sacile (PN) – Sarà la cantante, danzatrice e percussionista Dobet Gnahoré, una delle voci più interessanti della musica africana contemporanea,capace di stupire per lasua presenza scenica emozionante, le sue melodie accattivanti e il canto potente, la protagonista dell’ultimo appuntamento con il jazz internazionale offerto dalla rassegna “Il volo del jazz”, in calendariovenerdì 12 dicembre alle 21 al Teatro Zancanaro di Sacile. dobetgnahorèRidDefinita la “nuova grande voce dell’Africa”,Dobet interpreta le proprie composizioni in differenti lingue africane, oltre che in francese e in inglese, in una miscela di elementi sonori e ritmici, dalle melodie mandingue alla rumba congolese, dal ziglibiti ivoriano al bikoutsi camerunense, dall’hig-life ghanese ai cori zulu, dai canti betè ai canti pigmei centrafricani. Dispone di una voce calda e possente e di una grande presenza scenica, nutriti da anni di lavoro teatrale e coreografico. Le sue performance catturano l’attenzione fin dal primo istante unendo alla forza espressiva della voce, i movimenti della danza e le sonorità delle percussioni come la calebasse, la sanza, il balafon e altri piccoli strumenti in una suggestiva e vitale tavolozza di colori. Il suo quarto album, “Na Drê”, è uscito nel febbraio 2014.

Fin da ragazzina Dobet ha vissuto in un ambiente impregnato di musica ed arte. All’età di 12 anni ha annunciato a suo padre che non aveva intenzione di tornare a scuola: “Voglio restare in paese come te”, ha affermato, con tanta forza che il padre sapeva che non c’era nient’altro da dire. Ma il “paese” in realtà era il Village Ki-Yi M’Bock, una delle enclave di artisti più singolari dell’Africa, fondato, tra gli altri, proprio dal padre di Dobet, batterista, cantante e attore. Situata nei pressi della capitale della Costa D’Avorio Abidjan, la cooperativa artistica di Ki-Yi M’Bock è stata fondata nel 1985, come luogo per ispirare la creatività e la collaborazione. Il paese è la patria di oltre cinquanta artisti residenti di diverse tradizioni, età e provenienza, tra cui ballerini, attori, burattinai, scultori, pittori, costumisti, musicisti, e ha svolto un ruolo importante nella scena artistica africana. Qui artisti africani di una moltitudine di etnie collaborano liberamente, uniti nel loro impegno per la creazione di espressioni artistiche tipicamente africane. Dobet è stata abituata ad un approccio multi-sfaccettato alla musica, in cui la danza, le percussioni, il canto, la poesia e il teatro si intrecciano. La vita di Dobet cambiò improvvisamente nel 1996, quando un giovane chitarrista francese di nome Colin Laroche de Féline arrivò nel villaggio con zaino e chitarra. S’innamorò dello stile di vita del paese e di Dobet: Colin imparò una serie di tecniche chitarristiche africane e lui e Dobet si legarono artisticamente e sentimentalmente, diventando inseparabili collaboratori. Ma quando nel 1999 la città di Abidjan fu coinvolta in disordini sociali e politici Dobet e Colin, alla ricerca di un ambiente più stabile e meno pericoloso in cui allevare il loro figlio, si trasferirono in Francia, formando una band composta da una variegata line-up di musicisti. Il gruppo iniziò ad esibirsi nei festival musicali europei, e il talento unico di Dobet iniziò a catturare l’attenzione della gente. Dobet si guadagnò una “Newcomer of the Year nomination” dal BBC World Music Awards nel 2006, e il suo album di debutto, Ano Neko (2004), ricevette ampi riconoscimenti. La stampa europea iniziò a paragonarla ad alcune delle grandi donne della musica africana, come Angelique Kidjo e Miriam Makeba.

Nelle sue canzoni Dobet affronta le questioni sociali e politiche in Africa, dalle lotte delle donne nella società africana allo sfruttamento dei bambini. Canta d’amore e di perdita, così come di gioia e di festa, con una grande varietà di ritmi e stili che riflettono il suo approccio panafricano. “Le canzoni di Dobet in sette lingue africane – dice Jon Lusk, critico musicale di BBC Radio – sono una sfida alla diversità, musicale e linguistica.” “Questa miscela è un modo per riportarmi a casa, accanto alla diversità in cui ho vissuto la mia infanzia e adolescenza”, ha dichiarato Dobet al quotidiano francese Le Monde.

Anche quest’anno il Circolo Culturale Controtempo in collaborazione con il Rotary Club Sacile Centenario proporrà, a chiusura della rassegna, un concerto domenicale pomeridiano a ingresso libero, in calendario il 14 dicembre alle 18 e affidato alla Flight Big Band. Il progetto Flight Big Band, alla sua terza edizione, nasce dalla volontà di dare spazio ai giovani musicisti di tutte quelle realtà scolastiche musicali che abbiano la caratteristica di promuovere un’attività permanente e continuativa sul territorio di Sacile, della Provincia e della Regione, con il coinvolgimento qualificante dei due conservatori regionali. L’obiettivo è quello di far confluire in un unico prestigioso concerto, all’interno del Volo del Jazz, l’esibizione di giovani musicisti affiancati da artisti di chiara fama, che qualifichino lo spettacolo e accrescano l’entusiasmo dei nostri promettenti musicisti locali. Nell’edizione 2014 i musicisti saranno affiancati dal maestro Juri Dal Dan al piano e da Oscar Varnier alla batteria e proporranno musiche dal repertorio Funky Jazz.

Per Info:

Circolo Culturale Controtempo

T +39 328 6247734 / +39 347 4421717

http://www.controtempo.org

 

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