al Te.Co. Teatro di Contrabbando (Via Diocleziano, 316)
Con: CHIARA VITIELLO MARCO SERRA Regia: MAURIZIO D. CAPUANO Scene e costumi: FEDERICA DEL GAUDIO
Grafica: DANIELA MOLISSO Addetto stampa: EMMA DI LORENZO
Ti contatterà il tuo amante, oggi?
Da un testo del Premio Nobel per la Letteratura Harold Pinter, “L’amante 2.0” parla alla generazione Y e alle giovani coppie che non sanno interfacciarsi a nulla che non sia dotato di uno schermo. Illuminati dalla luce del proprio smartphone, laptop e simili, i due protagonisti sono vittime e carnefici di una guerra interna, di sentimenti e illusioni. Una situazione disperata e paradossale, a tratti quasi comica, specchio moderno di un teatro dell’assurdo che rispetta e rinnova l’opera di Pinter, riuscendo a non tradirla.
Note di regia:
Cominciamo con un’ovvietà: tutti sanno o, almeno, dovrebbero sapere che lo scopo del “Teatro dell’Assurdo”, e quindi dei suoi illustri rappresentanti, è quello di mostrare l’alienazione dell’uomo del XX° secolo, la sua totale incapacità di comunicare; cosa, questa, evidenziata da dialoghi surreali, situazioni paradossali, apparentemente senza senso e che, molto spesso, muovono al riso il pubblico che guarda. E questa era l’ovvietà. Andiamo ora a qualcosa di meno ovvio: quella risata, consapevolmente o no, è una risata riflessiva, umoristica, non già risata di pancia, che suscita il cosiddetto sentimento del contrario, quello pirandelliano, che spinge a riflettere sulle miserie dei personaggi e delle vicende che li vedono protagonisti. Ne “L’amante” Riccardo e Sara sono i protagonisti, marito e moglie, dalla vita coniugale piatta, ormai priva di ogni stimolo o comunicazione. Una pianta ormai vizza. Già, una pianta. Una malvarosa.
E proprio per questo si tradiscono. Sì, Riccardo e Sara si tradiscono a vicenda, ed entrambi sono a conoscenza dei rispettivi tradimenti. Nondimeno, sembrano accettare di buon grado la situazione. Perché lo fanno? Sono una classica coppia moderna? Aperta? O c’è altro? Non voglio svelare altro, mi limiterò a spiegare l’operazione che, umilmente, ho cercato di realizzare: la mia personale interpretazione del testo di Pinter, come sarebbe nel ventunesimo secolo. L’ abbiamo detto all’inizio, l’obiettivo del “Teatro dell’Assurdo” è quello di mostrare l’alienazione dell’uomo moderno, e cosa c’è di più alienante della tecnologia e dei social network, che hanno completamente invaso, pervaso, le nostre vite, accorciando le distanze fisiche e allargando quelle affettive, rendendoci freddi, distaccati, vicini eppure lontanissimi, riflessi in un display? Riccardo e Sara, oggi, nell’anno 2014, sarebbero solo due amanti della tecnologia, immersi in una realtà fatta di gesti ripetuti, ossessivi, di azioni svuotate di ogni senso, dove a prevalere sarebbero varie tonalità di grigio, quelle delle loro misere vite. Incapaci di comunicare, quindi (forse più che ai tempi di Pinter), guardandosi negli occhi, preferendo l’immediatezza del linguaggio social, non disdegnando odiose abbreviazioni ed emoticon. Non stupisce più di tanto, quindi, che la prima battuta dello spettacolo, quella originale, “Viene il tuo amante, oggi?” sia stata trasformata in “Ti contatterà il tuo amante, oggi?” (una battuta che potremmo a buon diritto definire “assurda”; una battuta che spiazza, che muove al riso, quel sorriso di cui sopra, che nasconde tutta la miseria umana dei due coniugi). Due figure schiave della routine, dove l’amore è solo scritto, mai dimostrato, e dove si torna, si prova, almeno, a essere veri solo con un gioco, manco a farlo apposta, assurdo. (Maurizio Capuano)