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Innamorati della violinista e dell’orchestra: canto del cigno o nuovo inizio?

Repertorio tutto romantico per il concerto del 4 aprile al Giovanni da Udine. La FVG Mitteleuropa Orchestra, diretta da Emilio Pomarico, ha proposto tre musiche di scena da Rosamunde di Schubert e la Sinfonia n. 1 op. 38 di Schumann, nota come “Primavera”. La compagine musicale inoltre ha accompagnato la violinista scozzese di origini udinesi Nicola Benedetti nel Concerto n. 1 op. 26 di Max Bruch. Il programma, strutturato in modo da affidare lo spazio centrale della scaletta alla giovane violinista, si è caratterizzato per la scelta di brani evocativi e coinvolgenti. Nelle musiche di scena da Rosamunde l’orchestra ha saputo, guidata dal gesto fluido e gentile del direttore Pomarico, esprimere momenti di grande delicatezza, attraverso un’interpretazione intensa seppur punteggiata da qualche imprecisione ritmica. L’insieme si è caratterizzato per un buon equilibrio tra gli strumenti, che ha permesso alle parti cantabili affidate ai fiati di emergere al meglio: una buona prova, insomma, che si inserisce sulla linea di quella del 21 marzo con il chitarrista Pepe Romero e che dissipa la diffidenza dell’ascoltatore memore di passati momenti della stessa orchestra non proprio all’altezza. Appassionata e fresca la performance di Nicola Benedetti nel Concerto di Bruch: la bella violinista ha dimostrato grande espressività, suonando con una grazia che le ha valso i copiosi applausi del pubblico. Alla fine dell’esecuzione, assieme all’ensemble orchestrale, ha dedicato alla sua terra d’origine l’Adagiodall’Inverno di Vivaldi e una Sarabanda di Bach, riuscendo a giocare in questo modo anche sul contrasto tra l’epoca barocca e il periodo su cui era centrato il resto del repertorio. La seconda parte della serata è stata interamente affidata alla FVG Mitteleuropa Orchestra: la Sinfonia “Primavera” di Schumann, ritmica e maestosa, ha rivelato il lato energico del direttore Pomarico, che ha saputo ottenere dal gruppo strumentale un suono ricco e pieno. Nonostante alcuni passaggi nebulosi abbiano in qualche tratto limitato la carica evocativa dell’opera, l’ascoltatore ha potuto avvertire il potenziale espressivo del gruppo orchestrale; potenziale che è stato ribadito dal direttore nell’appello lanciato alla fine del concerto, nel quale, riferendosi alle recenti disposizioni riguardo al futuro della FVG Mitteleuropa Orchestra, ha invitato il pubblico a sostenere la formazione musicale locale.

Lucia Ferigutti

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