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No Time to Die: recensione dell’ultimo Bond con Daniel Craig

No Time to Die: recensione dell’ultimo Bond con Daniel Craig

No Time to Die

Una ragazzina accudisce sua madre in uno sperduto chalet perso nei boschi, in pieno inverno. La donna abusa di alcolici ed è in condizioni pietose, sdraiata su un divano, circondata da bottiglie e con una sigaretta in bocca.

Una figura mascherata si introduce nell’abitazione. La ragazzina invoca l’aiuto della madre, ma questa riesce solo a biascicare di andare a giocare, per cui lei scappa nel piano di sopra, rifugiandosi sotto il letto.

L’intruso ammazza la madre con una raffica di mitra e poi va a cercare la ragazzina, che reagisce con incredibile sangue freddo, abbattendo l’uomo scaricandogli tutto il caricatore di una pistola in corpo.

Poi lo trascina all’aperto, ma questi, incredibilmente, si riprende. Lei scappa correndo su un lago ghiacciato, che cede, e viene inghiottita nelle acque gelide…

Dopo questo breve ma incisivo prologo, troviamo James Bond (Daniel Craig) che si gode da buon pensionato una vacanza in Italia, nella magica Matera, assieme alla sua giovane e affascinante moglie, la Dottoressa Madeleine Swan (Léa Seydoux).

Ma qualcuno trama nell’ombra, e James subisce prima un attacco dinamitardo, al quale sopravvive miracolosamente, e poi viene inseguito nelle strade di Matera da spietati assassini, che gli rovesciano contro fiumi di pallottole. Lui riesce a scappare rocambolescamente, prima lanciandosi da un ponte, poi superando un muro cavalcando una motocicletta, quindi abbattendo i suoi nemici con le mitragliatrici integrate nei fanali della sua super-corazzata automobile.

Nel mentre si consuma una frattura tra lui e la moglie, che viene sospettata di fare parte della Spectre, per cui viene caricata da James su un treno e spedita via, dopo un gelido commiato…

Basterebbero queste scene mozzafiato per ripagare abbondantemente il prezzo del biglietto del cinema, ma siamo solo all’inizio di oltre due ore e mezza di storia avvincente, nella quale si intrecciano con maestria azione pura, sentimenti, emozioni, humor inglese e riflessioni filosofiche. Una vera goduria.

No Time to Die: uno dei migliori Bond mai visti

Ma non c’è solo la Spectre. Un nuovo villain si muove nell’ombra. Si tratta del bieco Lyutsifer Safin (Rami Malek), la cui mente malata è probabilmente il risultato di un trauma subito nell’infanzia, quando la sua intera famiglia è stata sterminata in modo orrendo dalla Spectre.

In ballo – ovviamente – c’è la salvezza dell’umanità, in quanto è stata rubata un’arma biologica segreta e mortale, capace di attaccare selettivamente le sue vittime, riconosciute e identificate tramite il loro codice genetico.

La CIA e l’intelligence inglese fanno del loro meglio per recuperarla, all’inizio con scarsi risultati, anche perché l’intelligence… non è poi così intelligente, come ci ricorda uno dei personaggi. E poi “è difficile distinguere bene, male, cattivi ed eroi oggigiorno”, aggiunge un altro…

Il mondo nel quale si muove James Bond è sempre più fluido e imprevedibile (come quello in cui ci muoviamo noi, al di fuori dalle sale cinematografiche, del resto), e i colpi di scena di susseguono a ritmo serrato, fino alla resa dei conti finale in una sperduta isola fortificata contesa tra Russia, Cina e Giappone.

E James Bond, che all’inizio del film è un tranquillo pensionato, ha ancora molto da dare. Sia nel mondo messo in scena nel film che, soprattutto, agli spettatori che lo guardano. Perché l’ultimo 007 interpretato da Daniel Craig supera sé stesso.

Il film può essere anche visto come una sorta di lungo commiato di James da molti personaggi introdotti nei film precedenti e, forse, di un commiato da sé stesso e dal suo ruolo, ormai superato dall’incalzare degli eventi e, in definitiva, dallo scorrere della Storia e dal mutare dei modelli dominanti, a cominciare dal tramonto della figura del tombeur des femmes.

Anche perché sono proprio il passare del tempo e la necessità di lasciare qualcosa dopo di sé due elementi che prendono forza nel film, fino a diventarne gli architravi portanti.

No Time to Die: imperdibile!

Insomma No Time to Die non è solo un omaggio a James Bond in generale e da quello interpretato da Daniel Craig in particolare, ma sancisce una vera trasmutazione del leggendario 007, così profonda che forse non gli rimane altro da fare che uscire di scena.

Se nell’era Craig le Bond Girls non sono più delle semplici bellocce che cadono in estasi ai piedi della spia più famosa del mondo, in No Time to Die una delle strutture portanti della narrazione è la storia d’amore tra James e Madeleine, una storia peraltro tormentata e dolorosa, anche perché lui commette un clamoroso errore di valutazione, che lo segnerà profondamente, condizionando la vita di entrambi.

Si tratta di una novità sostanziale, che forse può fare storcere in naso agli amanti del classico James Bond o ai fanatici delle spy stories tradizionali, ma che senz’altro rende il protagonista molto più verosimile e umano.

In breve, e senza spoilerare troppo, No Time to Die è un film impedibile, da gustare come il Martini agitato e non mescolato amato da Bond. Oltre due ore e mezza di pura goduria cinematografica.

In attesa del prossimo James…

Alessandro Marotta

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