Lunedì sera ,sono pronta per il teato, curiosa di assistere ad una commedia di Carlo Goldoni adattata per il terzo millennio. Commedia veneziana del ‘700, attendo “messere e nobildonne” oppure baruffe popolane simpatiche, ma un po’ antiche, staremo a vedere. Un allestimento scenico piuttosto originale: una dozzina di sedie in plastica rossa e un grande pannello-lavagna dove campeggia la scritta “AMORE”. Ho letto male? Goldoni stasera? Rileggo la brochure, non mi sono sbagliata. Si abbassano le luci, c’è un Cupido in giacca nera, ali bianche e snakers rosse ai piedi e la mia curiosità sale mano a mano che l’allegria e l’energia di tutti i personaggi cala sul palcoscenico. Due belle ore di intrighi amorosi, ridicole manie quotidiane, gelosie e ripicche che ruotano con leggerezza intorno a quel ventaglio che, passando di mano in mano agli interpreti, tesse un divertente groviglio di cuori, sentimenti e personaggi molto caratteristici.
Il bello non è solo nella trama, ma nella grande creatività della regia, una vera ispirazione di genio: perché tutti i 12 bravissimi attori sono agghindati come potrebbero essere un qualsiasi oste odierno (tatuaggi canotta e bandana), una giovane colf (shorts in jeans,calze fucsia e t-shirt) o un calzolaio in salopette e maglietta rasta. Le belle dame in scena? Naturalmente leopardate o con grandi occhialoni da diva. Tutti si muovono e agiscono sul palco come fossero nel 2012 ma recitano con la cadenza goldoniana del millesettecento. Su tutto aleggia il famoso Amore-Cupido che agita gli animi e i cuori con il famoso ventaglio che non è più il tradizionale oggetto (lampo di genio!) ma un attualissimo mini-ventilatore a pile ad uso teen-ager o accaldate anziane signore in spiaggia. Allegre e veramente originali tantissime altre trovate che sottolineano la storia con oggetti e atteggiamenti modernissimi e con lo scrivere a pennarello,sul mega-lavagnone sul fondale, le frasi o i soggetti su cui fermare l’attenzione del pubblico. Di sicuro tutti in sala eravamo catturati da questa veloce e intricata vicenda che entrava e usciva dalla scrittura originale all’intensità dell’interpretazione moderna e arrivava diretta al cuore degli spettatori, perché il caro e buon vecchio Goldoni ha ancora qualcosa da raccontarci sull’amore che, a saperlo guardare bene, anche oggi è sempre uno dei grandi Motori dell’Universo. BRAVI tutti, belle idee, grande emozione; lo proporrei in tutte le scuole (dove magari qualcuno pensa ancora “…che barba il teatro….”).Pensateci e pensatemi.
Al.Ga.