Supponiamo di trovarci in un anno X molto avanti nel tempo o nell’anno Y più vicino di quanto immaginiamo, oppure pensiamo di trovarci in un mondo parallelo. “Love Bombing” è la riscrittura distopica del genocidio dei Mujahideen che eliminano il Papa per invadere l’Italia.
I costumi di Giovanna Napolitano e le scene di Carmine Guarino e Dino Balzano, ci convincono e rassicurano, non promettono alcuna data, ma solo il dato di fatto che siamo al Teatro Nest di San Giovanni a Teduccio per lo spettacolo di Miale di Mauro. Il pubblico si è accomodato in sala dopo un sereno aperitivo, fra le foto curate da Carmine Luino e Giovanna Napolitano e fra i vivi ricordi del compleanno artistico e di “militanza culturale” della decennale Compagnia Nest. Ma la vita “è una storia raccontata da un idiota piena di amore e di furia che non significa niente” e, pian piano, ci accorgiamo che i personaggi che abbiamo di fronte si chiamano proprio Pietro, Giovanni, Luca, Davide e Matteo, ognuno con caratteri ben studiati . Adriano Pantaleo è fragile e delicato, l’innocenza che cattura il pubblico con talento puro. Giovanni Serratore è il giuda, il convertito col nemico per il quale occorre scegliere se avere o non avere umanità.
Una regia fresca, moderna, dinamica, per un testo attuale e contaminato di stili teatrali. Dal classico in dizione a quello di Gennaro Di Colandrea, quale attore di stampo “borrelliano”, portatore sano di un teatro che spiega le viscere di una Napoli che sa essere allo stesso tempo vittima e carnefice.
Il baricentro è sicuramente Stefano Jotti, intento a conciliare le decisioni della banda, poiché il saggio “don Pietro” è l’unico consapevole che “la Jihād è solo un pretesto, perché non si uccide in nome di nessun Dio.”
Grande squadra quella di Giuseppe Miale di Mauro , con i non ultimi, Gennaro Di Colandrea e Andrea Vellotti, assistiamo ad una apocalisse verosimile, ad una possibilità storica che impone attenzione al pubblico attento e coinvolto. Si sorride, si riflette, ci si commuove, si spera ed infine, catarticamente, si applaude.
Anita Laudando