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The Batman: la recensione del film di Matt Reeves

The Batman: la recensione del film di Matt Reeves

Il giovane miliardario Bruce Waine (Robert Pattinson) si aggira in moto nei bassifondi di Gotham City, alla ricerca dei prossimi malfattori da punire, indossando allo scopo le vesti di Batman, temuto vigilante mascherato con molti simpatizzanti nella stessa polizia.

Il suo scopo dichiarato è di vendicare le ingiustizie, utilizzando la paura come strumento di deterrenza. Basta un’occhiata al simbolo del pipistrello proiettata sul cielo notturno della città per fare arretrare i più incalliti delinquenti nell’ombra, tremebondi davanti al pensiero di incontrare il giustiziere mascherato.

Ma Gotham City è marcia fino nel midollo. Politici e poliziotti corrotti intrecciano le loro vite con il mondo del malaffare e della droga, e distinguere i buoni dai cattivi non è facile.

Anche perché compare un altro giustiziere misterioso: l’Enigmista (Paul Dano), che si diverte a massacrare le sue vittime in modo estremante bizzarro e truculento, tanto che probabilmente Reeves si è ispirato alla saga di Saw per delinearne il personaggio.

In compenso incontra Selina Kayle (Zoe Kravitz), cameriera dalla movenze feline che lavora alle dipendenze del Pinguino (Colin Farrell), luogotenente del mafioso Carmine Falcone (John Turturro). Una ragazza che di notte si trasforma in Catwoman, più per tornaconto personale che per cercare di aiutare gli altri.

Tra i due personaggi mascherati nasce del tenero, ma le loro strade prendono vie diverse…

Batman (Robert Pattinson) e Selina Kyle (Zoe Kravitz) in The Batman

Batman (Robert Pattinson) e Selina Kyle (Zoe Kravitz) in The Batman

The Batman di Matt Reeves: Robert Pattinson interpreta un solido Batman e un etereo Bruce Waine

Il Batman di Matt Reeves è – ovviamente – un personaggio interiormente travagliato: possiamo ascoltare i suoi pensieri tormentati mentre lo vediamo muoversi in una Gotham City quanto mai tenebrosa e inquietante.

Questo reboot ci mostra un Bruce Waine giovane, il cui personaggio strizza l’occhio all’Eric Raven di The Crow. Un vigilante che non si è liberato dai fantasmi del suo passato, continuando a mantenere su un piedistallo l’immagine paterna.

Sia lui che Selina hanno avuto dei padri assenti, sia pure per motivi diversi, ed il fatto di essere rimasti orfani in giovane età ha condizionato le loro vite, cosa che ha contribuito a farli diventare dei giustizieri, sia pure con modalità molto differenti.

Il conflitto generazionale rimane sullo sfondo di tutto il film, bene rappresentato anche dal cambio del sindaco di Gotham City. Ed entrambi i giustizieri mascherati dovranno fare i conti con la realtà e con il loro passato. Giungendo a mettere in discussione la validità della vendetta come strumento per migliorare il mondo.

Il Batman di Matt Reeves dimostra le sue capacità superiori più nell’attività investigativa legata ai crimini dell’Enigmista, che nelle scene di azione e combattimento, che comunque ci sono, e sono apprezzabili.

Curiosamente, in questo reboot è facile provare empatia per Batman, mentre il suo alter-ego, Bruce Waine, sembra essere molto più etereo e meno efficace.

Il Batman di Matt Reeves

Il Batman di Matt Reeves

The Batman di Matt Revees: un ottimo film postmoderno, nonostante le tre ore di lunghezza

Questo film è molto complesso, ricco di personaggi e accadimenti, con diverse storie che si intersecano nei suoi 176 minuti di durata. Inevitabile quindi qualche caduta nel ritmo, ma nel complesso stiamo parlando di una pellicola molto godibile, specie per il cinefilo che ama perdersi nei giochi delle citazioni meta-cinematografiche.

Un film nel quale si confrontano tre giustizieri mascherati (Batman, Catwoman e l’Enigmista), con un corollario di politici, parenti, malavitosi e poliziotti, che si muovono in una Gotham City tenebrosa, cupa e notturna, nella quale il confine tra bene e male è sempre meno definito.

Un film nel quale si respira (anche) l’atmosfera dei polizieschi e noir degli anni Quaranta (bellissima l’ambientazione del bar nel quale alla fine si rifugia l’Enigmista, chiara ed ennesima citazione del quadro Nighthawks di Edward Hopper).

Un film che lascia ampio spazio ai conflitti interiori del protagonista, resi coinvolgenti dalla voce-off di Waine-Batman, da una ottima fotografia, che gioca continuamente con ombre e chiaroscuri, a da una colonna sonora molto efficace.

Un lavoro molto curato, che può essere apprezzato al meglio sullo schermo di una sala cinematografica, piuttosto che a casa.

Viva il cinema!

Alessandro Marotta

 

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