Con la resistenza al nazifascismo l’Italia è diventata repubblicana come sognava Mazzini cento anni prima, come oggi 25 aprile 2012, ieri e domani vogliamo noi italiani. Nella Costituzione vennero stabiliti i centri di potere democratici, alla base di questi venne ribadito il ruolo dei partiti (art. 49 Cost.) e dei sindacati (art. 39 Cost.) sulla base del diritto di libertà di associazione (art. 18 Cost.). Oggi i partiti e i sindacati sono in crisi e stentano a trovare soluzioni politiche ai problemi dei cittadini, mentre sono molto impegnati a risolvere “imprevisti” dei propri adepti con metodi immorali, se non illegali, i primi e ottusamente ideologici i secondi.
Tre qualità possono dirsi sommamente decisive per l’uomo politico: passione, senso di responsabilità, lungimiranza, scrisse Max Weber (La politica come professione, Mondadori), mi chiedo se queste qualità siano presenti negli uomini che reggono il nostro Paese. Una speranza è arrivata con il governo Monti che ha costretto i partiti a riorganizzarsi e ripensare le proprie strategie, tuttavia il timore è che se l’esecutivo propone e attua continui aumenti delle imposizioni per risanare una situazione di bilancio disastrosa, dall’altra parte gli uomini di partito stiano solo guardando ai sondaggi senza riscoprire la passione, senza individuare soluzioni programmatiche responsabili, senza guardare al futuro dell’Italia e dei suoi cittadini.
L’impressione è che i politici siano lontani dalla realtà, in un Paese pieno di problemi non riescono nemmeno a dare l’esempio che perfino le crisi più gravi si possono risolvere solo con comportamenti etici quotidiani (ad esempio passione, responsabilità, lungimiranza) da parte di ogni singolo cittadino. Giulio Tremonti, intervistato da Lucia Annunziata, ha dichiarato di aver delineato nel proprio libro alcune ricette contro l’attuale crisi, riprese anche dal socialista Hollande in Francia. Ma Giulio Tremonti non è stato l’uomo guida dell’economia italiana per quasi dieci anni? L’ex ministro si è difeso affermando che nemmeno Barack Obama ha il potere di intervenire sui problemi dell’economia, figuriamoci il ministro di un Paese medio come l’Italia. A cosa servono allora i politici? La risposta non è semplice ma una cosa è certa: ognuno di noi ha un “peso specifico” pari o simile agli altri cittadini, ognuno di noi è uguale perché anche se le condizioni personali cambiano, il tempo è per tutti uguale così come la potenza delle idee e delle passioni che si nascondono dentro di noi, basta solo liberarle. Viva il 25 aprile!
Federico Gangi
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