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Civico Museo della Risiera di San Sabba 12 luglio, alle 18.00,FOTO DI JAN LUKAS”

“UN TEMPO PIENO DI ATTESE. IL CAMPO PROFUGHI DELLA RISIERA DI SAN SABBA NELLE FOTO DI JAN LUKAS”.LA MOSTRA SARA’ INAUGURATA DOMANI, GIOVEDI’ 12 LUGLIO, ALLE ORE 18.00. RESTERA’ APERTA E VISITABILE GRAUITAMENTE FINO AL 4 NOVEMBRE

Un tempo pieno di attese. Il campo profughi della Risiera di San Sabba nelle foto di Jan Lukas”, racconta la poco nota vicenda del campo profughi stranieri della Risiera di Sabba attraverso le fotografie scattate nel 1965 da un maestro della fotografia europea, il boemo Jan Lukas, che si trovava in Risiera in veste di rifugiato politico”.

E’ questo il tema della mostra -realizzata dal Civico museo della Risiera di San Sabba, Monumento nazionale, in collaborazione col Centro Ceco, České Centrum di Milano e il patrocinio dell’ambasciata della Repubblica ceca a Roma- che sarà inaugurata ufficialmente domani, giovedì 12 luglio, alle ore 18.00, nel Civico Museo della Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale, in via Palatucci 5 a Trieste.

La rassegna espositiva è stata presentata oggi (mercoledì 11 luglio) nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti Maria Masau Dan, direttore Musei civici di storia ed arte, Museo Revoltella, Francesco Fait, curatore del Civico museo della Risiera di San Sabba e Václav Šedý, direttore del Centro ceco di Milano, České centrum.

Sottolineato l’importanza di avere rapporti con altri soggetti culturali che si occupano delle tragedie del Novecento, il direttore Maria Masau Dan ha evidenziato come “la mostra ci fa conoscere un grande fotografo nel contesto della Risiera di San Sabba. Penso che per la prima volta documentiamo ciò che è avvenuto nella Risiera negli anni ‘60”. 

“L‘ex lager nazista della Risiera di San Sabba fu campo per rifugiati stranieri dal 1949 al 1965, ospitando una media giornaliera di 1300-1500 persone, per circa 8000 arrivi l’anno” –ha spiegato il curatore Francesco Fait- che ha messo in evidenza ancora la valenza degli scatti di un maestro della fotografia come Jan Lukas che il 21 agosto del 1965 forzò il valico della Casa Rossa di Gorizia per essere accolto con la sua famiglia alla Risiera come rifugiato politico in transito per tre settimane”. La mostra –ha aggiunto Fait-  offre anche un segmento della storia topografica della Risiera di San Sabba come campo profughi. Ci sono molti risvolti umani, con decine e decine di persone che vengono a visitarela Risierae ci raccontano che sono passate per questo che è stato anche un campo profughi.

I rifugiati erano soprattutto jugoslavi, ma anche russi, bulgari, rumeni, albanesi e apolidi, che si consegnavano alle autorità italiane dopo aver varcato il confine italo-jugoslavo, di solito clandestinamente. Nella Risiera c‘erano “profughi in sosta”, che rimanevano a lungo perché più volte respinti dalle Commissioni per l’emigrazione dei vari Paesi, e “profughi in transito”, che – come Jan Lukas e la sua famiglia – si fermavano poche settimane, il tempo di ottenere lo  status di rifugiati politici ed esser trasferiti in altri campi italiani, da dove emigrare all’estero. Il campo, recintato e sorvegliato, era diviso in tre sezioni (uomini soli, donne sole, famiglie), con spazi collettivi. Finanziato dal Governo militare alleato fino al 1954 e dal Ministero dell’interno italiano successivamente, contava circa 60 tra medici, infermieri e amministrativi, e un contingente di forza pubblica. Freddo, incendi, strutture fatiscenti, risse rendevano la permanenza difficile; ciononostante, per molti, il campo della Risiera fu un luogo in cui iniziarono a prendere consistenza le aspettative di un futuro di libertà.

Václav Šedý, direttore del Centro ceco di Milano, České centrum ha voluto quindi ringraziare la città di Trieste “per aver accolto questa proposta che per noi è d’importanza storica” e Jan Lukas è un fotografo che nella sua vita ha saputo cogliere i momenti storici.

Jan Lukas (Ceské Budÿjovice, Repubblica Ceca 1915 – New York, USA 2006), uno dei padri del fotogiornalismo ceco, inizia a fotografare a dodici anni ispirandosi a maestri come Kertész e Brassai. Dopo il diploma a Praga, dove la famiglia si è trasferita dal sud della Boemia, studia fotografia a Vienna, pubblicando presto sulla stampa internazionale e partecipando a importanti mostre collettive. La sua presenza nei momenti cruciali della storia cecoslovacca confluisce nel fondamentale ciclo Diario Praghese 1938-1965. Nel 1965 con la sua famiglia abbandona il Paese d’origine. Le foto realizzate durante il periodo di permanenza nei campi profughi italiani tra 1965 e 1966 (Gorizia, Trieste, Latina, Capua) formano la serie Diario Italiano, oggetto di questa mostra. Nel 1966 si trasferisce a New York, dove opera come fotoreporter (Life, National Review), produce opere straordinarie come il ciclo Islanders ed espone in rilevanti mostre. Il suo ampio lavoro, modello per generazioni di fotografi, è oggi presente in alcuni tra i più prestigiosi musei del mondo.

La mostra è curata da Helena Lukas Martemucci, figlia di Jan Lukas, con la direzione di Maria Masau Dan, direttrice del Civico museo della Risiera di San Sabba, Monumento nazionale e il coordinamento di Francesco Fait, curatore del Museo e di Václav Šedý, direttore del Centro Ceco, Ceské Centrum  di Milano.

La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile fino al 4 novembre 2012 con orario continuato dalle ore 9 alle 19, giorni festivi compresi. Il catalogo della mostra è curato da Francesco Fait, per le Edizioni Comune di Trieste, 2012 (128 pagine, 10 euro).

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