Per le Organizzatrici questa iniziativa nasce come risposta al fatto che purtroppo di frequente è capitato di intravvedere sguardi un po’ stupiti e interrogativi rivolti alle mamme che allattano, soprattutto se i bambini hanno magari passato l’anno o sono già in grado di camminare. Forse si trattava di persone che hanno vissuto la propria genitorialità negli anni ‘70 o ’80, quando il biberon era di gran moda…o hanno una percezione distorta della naturalezza delle cose. Ed invece l’Organizzazione Mondiale della Sanità incoraggia l’allattamento al seno fino al secondo anno di vita del bimbo come alimento vero e proprio. L’iniziativa promossa da alcune mamme triestine è voluta per dimostrare un atto di salute e, non da ultimo, di amore. Certamentegli innumerevoli benefici dell’allattamento per il bambino riduce anche il rischio per la madre di ammalarsi di cancro al seno. Per Elisa Corubolo è ” paradossale che oggigiorno si sia attorniati e – per così dire- quasi anestetizzati da nudità di corpi femminili ostentati per scopi mercificatori, mentre invece si corra il rischio, come dicevo prima, di venir additati se si nutrono i propri figli al di fuori delle mura domestiche, ovviamente facendolo sempre con discrezione”. “Allora ho pensato che forse la città aveva bisogno di una piccola scossetta… non un gran terremoto 😉 Abbiamo una bellissima cornice che è Piazza Unità, speriamo che il meteo sia dalla nostra parte… facciamo un po’ di sensibilizzazione?!? ” E cosi attraverso Facebook si è sparsa la parola per un ritrovo di mamme che allattano, ed ecco che domenica pomeriggio verso le 18,00 l’ appuntamento delle mamme orgogliose di esserlo si è realizzato in piazza Unità d’Italia. Per mostrare che “tirare fuori la tetta” non è un atto osceno ma semplicemente di nutrizione e di amore. Le organizzatrici hanno come unico scopo quelloo di sensibilizzare maggiormente le persone, oltre magari al fatto che più esercizi pubblici possano “aprire le porte” alle mamme che allattano, e una maggiore coscienza nell’allattamento al seno. È un atto naturale sì, ma ha bisogno di essere incentivato e aiutato maggiormente.
(C.L.per la redazione)