“Dilemmi del “fine vita”, dignità, etica, la crisi… ecco le delicate e attuali tematiche che tocca I due fratelli, spettacolo di produzione dello Stabile regionale diretto da Antonio Calenda. Protagonisti Adriano Braidotti e Jacopo Venturiero, il testo – vincitore del Premio Vallecorsi – è opera di Alberto Bassetti. Va in scena alla Sala Bartoli per il cartellone altripercorsi e Prosa dal 4 al 23 dicembre”.
«Una persona, qualunque persona che da quattro anni è nella sua situazione, cos’altro può essere se non un peso? Però è nostro padre, perciò me ne prendo cura, ogni giorno, dal giorno in cui si è ammalato, e poi quando si è ammalato ero solo, e continuo ad essere solo, comprendi? Mentre tu stai in giro per il mondo, a curarti degli altri, ma non di tuo padre!»… Appartiene drammaticamente alla quotidianità di molti, il cinico, ma non per questo meno sofferto sfogo di Andrea, uno dei due protagonisti che Alberto Bassetti pone al centro de I due fratelli, testo vincitore della 57° edizione del Premio Vallecorsi, che ora – diretto da Antonio Calenda – diviene intenso spettacolo di produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, presentato e accolto calorosamente lo scorso anno e riproposto anche aglia abbonati alla Prosa in questa nuova stagione.I due fratelli si apre quasi sottovoce, venato da temi che appartengono alla vita di ognuno e increspano le nostre anime di inquietudini, dolorosi dubbi, riflessioni in equilibrio pericoloso fra estremo egoismo ed amore… E se tali venature sono all’inizio appena accennate, presto incidono profondamente – nello sviluppo della scrittura di Bassetti – divengono brucianti, perfettamente colte da Antonio Calenda in una regia sensibile a ogni vibrazione, capace di porre in evidenza ciascuno dei difficili temi drammaturgici, di sostenere gli attori in una recitazione tesa e concentratissima, pronta talvolta ad aprirsi, come in un largo musicale, ad abbandoni di tenerezza o a momenti di sofferto pathos.
Jacopo Venturiero e Adriano Braidotti – attori in cui il regista crede molto e che il pubblico ha già apprezzato spesso (per citare lesolo pochi titoli, il primo è stato il giovane aviatore in To be or not to be, il secondo un ottimo Arlecchino ne I due gemelli veneziani, entrambi hanno lavorato con successo ne L’inventore del cavallo…) – interpretano i due fratelli del titolo, rispettivamente Andrea e Marco. Quello che avviene sul palcoscenico è un intenso confronto esistenziale: Marco fa ritorno nella casa di famiglia dopo un’assenza molto prolungata, durante la quale il padre – rimasto vedovo – si è lasciato precipitare prima in una sorta di depressione e poi in una grave malattia che lo sta rendendo sempre più assente e sofferente. Lo stato dell’anziano genitore, motivo del loro incontro-scontro, scatena fra i due un confronto totale: il passato, l’infanzia, i sogni, le utopie, le frustrazioni, la felicità… Entrambi hanno alle spalle un cammino difficile, affrontato ognuno a proprio modo: Andrea, il fratello maggiore ha cercato di rispondere a tutte le aspettative familiari, sacrificando i propri aneliti di libertà ai traguardi sognati per lui dalla madre e dal padre. Ha preso moglie, avuto figli e ora li sente come legami angusti. Ha rinunciato a un sogno d’amore e seguito il padre in azienda e ora lo accudisce, e sente sulle proprie spalle anche il peso della ditta sull’orlo del fallimento e la responsabilità delle famiglie che vi sono occupate. Marco è stato esonerato da simili pressioni dalla sua stessa sfortuna: è nato con una menomazione, un lieve ritardo, crisi epilettiche… Il fratello lo ha protetto fin da bambino e sostenuto anche nella decisione di fare volontariato nelle missioni. Adesso Marco è forte di una serenità fondata sulle sue semplici pretese, sulle esperienze di vita in India, e sulla fede. Andrea ne ha quasi rabbia. E il peso del padre sofferente e della crisi dell’azienda lo conducono a una scelta estrema che scaturisce da pagine ricche di suspance. Alberto Bassetti è uno degli autori più vicini al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: scrittore fecondo e fantasioso, ha raccolto successo come drammaturgo ma s’impegna anche nella scrittura di testi per la radio, in adattamenti e riscritture (l’ultima confezionata per lo Stabile riguarda L’Affarista di Balzac), recentemente anche in ambito cinematografico e documentaristico (i suoi due primi lavori sono andati entrambi in onda su Rai Due per Geo&Geo). I suoi testi teatrali ritraggono con incisività le utopie e le lacerazioni dei singoli in una società contemporanea contraddittoria e spesso fagocitante. Posseggono però sempre una dimensione alta, universale, un messaggio su cui riflettere una volta usciti da teatro: rispondono a questi dettami La tana, La gabbia, Harem, Le due sorelle, Sopra e sotto il ponte, Venditori d’anime… Testi spesso ospitati anche a Trieste e premiati sia all’estero che sul territorio nazionale, destino comune anche all’ultima creazione, I due fratelli. Insignito del primo premio alla 57° edizione del Vallecorsi, il testo ha colpito l’autorevole giuria per la fluidità e bellezza della scrittura e per il coraggio di fare argomento teatrale di temi complessi e rischiosi come quelli del fine vita, della dignità degli anziani, del peso della disabilità nelle realtà familiari, della crisi. I due fratelli di Alberto Bassetti è interpretato da Adriano Braidotti e Jacopo Venturiero diretti da Antonio Calenda. Le scene e i costumi sono di Pier Paolo Bisleri e le luci di Paolo Giovanazzi. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile regionale in collaborazione con il Premio Nazionale Vallecorsi. I biglietti ancora disponibili si possono acquistare nei consueti punti vendita dello Stabile regionale e attraverso il sito del Teatro www.ilrossetti.it