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Asbestos, reportage sull’amianto

Gli spazi espositivi via Bertossi a Pordenone ospitano la fotomostra “Asbestos”, reportage sull’amianto in Friuli Venezia Giulia. La mostra è stata organizzata dall’Associazione Culturale Metarte in collaborazione con il Comune di Pordenone, l’Assessorato alla Cultura, l’Unione Industriali Pordenone e Sicurscuola Pordenone-rete per la sicurezza nelle scuole.

L’Associazione Culturale Metarte, impegnata nella promozione di attività di sensibilizzazione in ambito sociale attraverso nuove forme di approccio al territorio, ha voluto organizzare questo progetto su un problema molto sentito e di forte valenza sociale. La questione amianto, infatti, nonostante l’uso di tale materiale in Italia sia stato bandito dalla Legge n.257 del 1992 (Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto), è di estrema attualità. La mostra affronta le problematiche della dismissione, dello smaltimento e dell’abbandono dell’amianto, dell’impatto a livello ambientale e delle conseguenze sulla salute dell’uomo.

A partire dagli anni Settanta sono emerse le prime evidenze del potenziale effetto cancerogeno delle fibre di amianto. Si è scoperta una relazione tra l’inalazione delle fibre di asbesto e lo sviluppo del mesotelioma pleurico, tumore che colpisce la pleura e ha un periodo di incubazione di 40-50 anni. Ma non è l’unica patologia connessa all’esposizione alle fibre di amianto: tra le principali patologie reintrano l’asbestosi, i mesoteliomi e carcinomi polmonari, i tumori del tratto gastro-intestinale.

L’amianto è un materiale che ha trovato largo impiego soprattutto nell’industria del cemento, nell’industria metalmeccanica e navalmeccanica, ma anche nel comparto ferroviario, nel settore tessile, nelle centrali termoelettriche, nell’attività marittima e portuale e nell’industria chimica. I siti di maggiore utilizzo dell’amianto si trovano dunque nelle aree costiere e portuali (Porto di Monfalcone), interessate da attività cantieristiche, e in prossimità dei poli industriali e chimici. Ma ha trovato abbondante utilizzo anche a livello di edilizia privata, nella costruzione di capannoni agricoli, stalle e depositi. Le sue caratteristiche, resistenza agli agenti atmosferici, al calore e al fuoco, all’usura e alla trazione meccanica, ma soprattutto la sua economicità, ne hanno favorito la diffusione. È stato utilizzato per la costruzione di tetti e coperture, cisterne di raccolta dell’acqua e tubature, canne fumarie e cappe da caminetto, pavimenti, forni e stufe.

Tre percorsi fotografici. La mostra propone tre percorsi fotografici per raccontare il problema dell’amianto. Marco Citron, pordenonese, ha intrapreso una ricerca artistica fondata principalmente sul paesaggio urbano e naturale. La sua è una composizione di silenziosi luoghi desertici. Le situazioni affrontate, per quanto abbiano una definizione geografica ben precisa, sono estendibili ad un territorio allargato: una caserma dismessa, cumuli di rifiuti abbandonati, una discarica di materiali contenenti amianto. Sono tre deserti di polvere e sabbia che fanno parte della nostra quotidianità, tre immagini archetipiche. Alessandro Ruzzier, triestino, ha raccolto le storie degli “esposti” e dei loro familiari con l’intento di restituirne la testimonianza. I ritratti campeggiano sulle pareti formando un unicum narrativo, intriso di malattia, difficoltà familiari, denuncia delle responsabilità. Il lavoro fotografico del monfalconese Roberto Francomano, infine, si colloca tra il reportage di viaggio e il reportage sociale; i suoi racconti per immagini intendono documentare la scarsa conoscenza del problema amianto – la sua sottovalutazione – e le nefaste conseguenze di uno smaltimento non corretto di questo materiale.

Il progetto Asbestos. Oltre alla sezione prettamente fotografica, Asbestos si articola in tre sottosezioni. Si correda di pannelli documentativi e video di informativi sui rischi connessi alla salute, tramite i quali si intende diffondere la conoscenza dei pericoli legati all’amianto. È accompagnata da un libro reportage sulla situazione amianto in Friuli Venezia Giulia, pubblicazione in cui si affronta il tema attraverso linguaggi differenti: dai racconti alla fotografia agli approfondimenti scientifici, storici, sanitari e ambientali. Asbestos prevede, inoltre, una serie di incontri e dibattiti di approfondimento – realizzati in collaborazione con le direzioni scolastiche – sulle problematiche relative a sicurezza, salute, ambiente e tecniche di smaltimento. L’amianto caratterizza in modo pesante il paesaggio della nostra regione e il problema cardine rimane quello del suo corretto smaltimento. Oltre al tradizionale metodo di smaltimento in discarica, si sta studiando una tecnica innovativa che prevede il trattamento termico al fine di trasformare il rifiuto in un materiale inerte. Questa possibilità è ancora ad uno stadio embrionale di progetto pilota. Non può considerarsi un progetto risolutore, ma certamente va approfondito. Importante è, comunque, l’azione di informazione e documentazione, l’ideazione di progetti per sensibilizzare le persone alla difesa dell’ambiente e alla conoscenza dei rischi legati alla polvere di amianto.

Vito Digiorgio

About Vito Digiorgio

Giornalista pubblicista iscritto all’Albo dei giornalisti dal 2013. Si è laureato all'Università di Udine con una tesi sulla filologia italiana. Collabora con alcune testate giornalistiche on line.

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