Un maestro del teatro italiano che porta in scena “il” maestro. Come a dire: Carlo Giuffrè che interpreta Eduardo De Filippo. Un binomio imperdibile per gli appassionati di Prosa, che domani sera potranno ammirare al teatro Giuseppe Verdi di Gorizia Questi fantasmi, una delle commedie più rappresentate del vastissimo repertorio del grande Eduardo, ultimamente messo in scena proprio dal grande attore napoletano, che anche di questa opera cura la regia. Un’occasione che, almeno per il pubblico goriziano, potrebbe essere anche l’ultima, visto che Carlo Giuffrè, a 84 anni e dopo 64 stagioni trascorse in scena, starebbe meditando l’addio al palcoscenico. Una serata capace di trascinare lo spettatore nella storia stessa del teatro italiano, perché se non ci sono dubbi sul grande interesse che il testo di Eduardo de Filippo ha sempre suscitato, è altrettanto vero che questa ripresa di Carlo Giuffrè delle opere più famose di quello che lui chiama “il mio maestro” è un’esaltazione del teatro di Prosa. Se poi, a Giuffrè, si aggiunge anche un cast che annovera anche Piero Pepe (il mariuolo portiere dello stabile), Antonella Cioli e Antonella Lori, la resa spettacolare è alta e il gradimento è assicurato. Note e trama della commedia. “Questi Fantasmi” è una delle commedie di Eduardo De Filippo che più ha saputo raccogliere un eccezionale successo di pubblico. La ragione di tale successo va ricercata, probabilmente, nella sua caratteristica principale: una commedia comica, ma al tempo stesso amara. In un appartamento di un palazzo secentesco vengono ad abitare Pasquale Lojacono e la giovane moglie Maria. All’insaputa di Maria, Pasquale ha un accordo con il proprietario, per cui, in cambio dell’alloggio, dovrà sfatare le dicerie sull’esistenza di fantasmi nella casa. Suggestionato dai racconti del portiere, Pasquale si imbatte in Alfredo, amante della moglie, e lo scambia per un fantasma. Con il suo dirimpettaio, il professor Santanna, silenzioso e invisibile testimone di ciò che accade in casa, intrattiene intanto lunghi monologhi. I regali di Alfredo consentono alla coppia un certo benessere e Pasquale, sentendosi beneficiato dal fantasma, non si pone troppe domande. Non sopportando più l’equivoca connivenza dimostrata dal marito, Maria decide di fuggire con Alfredo, ma i suoi familiari si recano da Pasquale per denunciare l’adulterio e vengono a loro volta scambiati per fantasmi. Alfredo torna con la moglie e Pasquale, senza donazioni, è in difficoltà: quando incontra nuovamente Alfredo, desideroso di riabbracciare Maria, lo riconosce come “fantasma” e gli rivela il suo amore per la moglie e la pena di non poterle assicurare una vita dignitosa. Alfredo, commosso da quelle parole, sta al gioco e regala a Pasquale il denaro desiderato.
La commedia dell’ambiguità. «Dopo “La fortuna con la effe maiuscola” (scritta con A. Curcio), “Napoli milionaria“, “Non ti pago“, “Natale in casa Cupiello“, “Le voci di dentro“, “ Il sindaco del rione Sanità“, metto in scena un’altra grande commedia di Eduardo: “Questi fantasmi“ è un lavoro teatrale, come dice la Di Franco, costruito molto abilmente sull’ambiguità, che non lascia mai capire chiaramente se Pasquale Lojacono, per raggiungere il suo scopo, agisce in buona fede o in malafede. In questa ambiguità alcuni critici hanno identificato l’influenza del relativismo pirandelliano .Con questa commedia Eduardo approfondisce un tema fra i più ricorrenti nella sua drammaturgia: l’illusione, il desiderio che gli uomini hanno di credere in qualcosa di irragionevole, di irraggiungibile, ma che rende felici, perlomeno sereni. Pasquale Lojacono diventa il simbolo dell’uomo che, pur essendo consapevole delle brutture della realtà, vuole trasformare i fantasmi cattivi in buoni, perché vuole avere fiducia in un avvenire diverso, in un mondo migliore.Che grandi commedie, che gioia recitarle, che grande piacere ascoltarle. Carlo Giuffrè