Anche Udine, con un comitato spontaneo di volontari italiani e siriani, accoglie le istanze della rivoluzione siriana, a due anni dal suo inizio, con una mostra fotografica sulla città di Aleppo che sarà inaugurata il 15 marzo al Visionario per ricordare l’inizio della rivolta popolare contro la dittatura del Ba’ath, da 50 anni al potere.
Da due anni, nella solitudine, nel silenzio mediatico e nella paralisi dell’ONU, la Siria è sconvolta da una rivoluzione che da iniziale protesta pacifica si è trasformata in una “guerra interna” scatenata dalla spietata e barbara repressione del Regime di Bashar al-Assad. Non sono stati risparmiati alla popolazione i bombardamenti indiscriminati con qualsiasi tipo di mezzo, dai carri armati ai cannoni, dagli aerei agli elicotteri e per ultimo con missili Scud, provocando oltre 70.000 morti e almeno due milioni di profughi, oltre alla distruzione di qualsiasi attività economica.
La Siria è in ginocchio, viene dilaniata e distrutta, pezzo per pezzo, una città dopo l’altra, nel silenzio generale, nonostante le prove di stragi, atrocità e terribili torture commesse dal Regime contro la popolazione. Anche la città di Aleppo dall’estate scorsa è stata investita dalla guerra che l’ha spaccata in due, la zona orientale e la città vecchia nelle mani dei ribelli, i quartieri occidentali ancora sotto il controllo del Regime. Aleppo, che era il centro industriale e commerciale più importante della Siria, è ora una città morta e in rovina, teatro dell’assassinio di migliaia di persone, abbandonata da un terzo dei suoi tre milioni di abitanti. I suoi famosi souq sono andati distrutti nell’incendio durante i combattimenti di fine settembre del 2012, la Grande Moschea degli Ommayadi pesantemente rovinata, gran parte dei quartieri ottomani ridotti in macerie. Da questa città, dichiarata patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1986, vengono oggi testimonianze e immagini di distruzione e di morte che ricordano quelle di Beirut nella guerra civile.
La mostra di Daniela Isola, ALEPPO la città perduta, è un omaggio all’arte islamica di una “Venezia del Medio Oriente”, è un tributo d’amore a una città vissuta dall’autrice per tre anni, ma anche il documento e la memoria di una città che non esiste più, oggi invisibile dietro alle macerie, profanata nei suoi quartieri abbandonati dagli abitanti, città del silenzio e del dolore, dei profughi e delle distruzioni. Le fotografie di Daniela Isola, appassionata di fotografia e di cultura araba, sono un invito al viaggio nei luoghi emblematici e nelle memorie di una città multietnica e pluriconfessionale, dove comunità diverse hanno convissuto nella tolleranza per secoli, in una città ricca di monumenti straordinari dell’arte islamica e ottomana, a cominciare dalla Cittadella fino a Jdeidéh, il quartiere degli Armeni. Ma queste immagini, nel momento stesso in cui mostrano la straordinaria bellezza intatta e antica di Aleppo, chiedono di riflettere e interrogarsi, provocano “per contrasto” una presa di coscienza sull’immane tragedia del popolo siriano. Chiedono a chi guarda d’informarsi, di documentarsi sulla barbarie di una dittatura che opprime il popolo da 50 anni.
Un comitato spontaneo formato da volontari italiani e siriani si è impegnato, in collaborazione con Vicino Lontano e con il CEC di Udine che ospita la mostra al Visionario, per l’allestimento della mostra che resterà in visione dal 15 marzo al 12 aprile. L’inaugurazione si terrà venerdì 15 marzo al Visionario alle ore 18.30. Presenteranno Sandro Minisini, che ha vissuto ad Aleppo per tre anni come Lettore del Ministero degli Esteri, ed Eva Ziedan, siriana, dottoranda in archeologia a Udine, impegnata nella sensibilizzazione sulla guerra in Siria sul sito online Sirialibano. Stefano Rizzardi, attore ben noto al pubblico udinese per le sue opere su i testi poetici di Giacomini, Morandini e Valentinis, leggerà i testi di Marie Seurat, Un si proche Orient e di Rafik Schami, Il lato oscuro dell’amore.