I Van der Graaf Generator tornano in Italia nel 2013 con tre sole tappe, la prima delle quali è attesa al Castello di Udine, martedì 2 luglio, per chiudere la ventitreesima edizione del Festival Internazionale Udin&Jazz, storica kermesse friulana organizzata da Euritmica – Associazione Culturale di Udine e sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Udine. Scalda i motori il festival udinese, che si apre, come di consueto, nella seconda metà di giugno con alcune anteprime in provincia, per approdare nel capoluogo friulano con cinque intense giornate (dal 28 giugno al 2 luglio): artisti internazionali e nazionali sono attesi al teatro Palamostre e in altre sedi del centro città. A chiudere la kermesse, dunque, i Van der Graaf Generator, che a Udine (unica tappa del Triveneto) si presentano nella formazione originale, con Peter Hammill (voce, chitarra e tastiere), Hugh Banton (organo e basso) e Guy Evans (batteria e percussioni), anime della band sin dal suo esordio, nel 1968. I Van der Graaf Generator hanno scritto la storia della musica internazionale dagli anni Settanta, e difficilmente si accontentano di etichette di genere: il loro stile si eleva sul panorama musicale per la profondità delle idee, per il coraggio delle riflessioni, per la forza sperimentale delle indagini musicali mutuate dal jazz, dal rock, dal soul e dall’elettronica e tradotte in chiave del tutto rivoluzionaria, epica e selvaggia. Dense, complesse, pervasive sono le canzoni dei sei album incisi per Charisma tra il 1969 e il 1976. La sonorità tipica di quegli anni è costruita da organo, sax, percussioni e interventi vocali declamati. Impegnati in tournée senza sosta in tutto il mondo, il successo dei Van der Graaf Generator in Italia è clamoroso, sin dall’inizio della carriera, in particolare con Pawn Hearts, album del 1971. Dopo un periodo nel quale l’organico cambia in un potente trio violino-basso-chitarra (1976), la band si scioglie nel 1978. Un importante balzo di quasi trent’anni porta la “classica” formazione a riunirsi in quartetto nel 2005 con un trionfale concerto al Royal Festival Hall di Londra e una nuova incisione, Present. I Van der Graaf Generator continuano a sorprendere l’Europa con il vigore e l’energia dei loro live. Nel 2006 il sassofonista David Jackson lascia il gruppo e il trio prosegue con la stessa forza, prima con molti concerti, poi registrando Trisector (2008) e A Grounding in Numbers(2010). Del 2012 è Alt, una collezione di esperimenti e improvvisazioni. Sia nelle performance dal vivo che in studio, i Van der Graaf Generator ancora oggi guardano avanti e lasciano spazio anche ai nuovi brani, accanto ai classici degli album storici. Per il tour europeo del 2013 propongono due interventi musicali di imponenti dimensioni: Flight (un brano pensato per il solo Hammill) e – scelta sorprendente – A Plague of Lighthouse-Keepers (da Pawn Hearts), che ha al suo attivo un’unica esecuzione pubblica. L’intento del trio non è sicuramente quello di ricreare suoni e stili del passato ma piuttosto di attingere al passato reinventandolo in una formula adatta al nuovo secolo. Continuano dunque a grandi passi, i Van der Graaf Generator, ben consci di essere un gruppo dal consolidato valore storico, ma altrettanto convinti di far parte dei nuovi linguaggi musicali.
LA REDAZIONE