Si può essere felici nella Grecia di oggi al tempo della crisi? A rispondere a questa domanda ha provato ieri sera a Udine la compagnia teatrale ellenica Sforaris, in un Teatro S. Giorgio gremito, mettendo in scena “Figlie e figli. Commedia sulla ricerca della felicità”, altra prima italiana per Eurovisioni/Teatro Contatto.
Un po’ commedia e un po’ tragedia, attraverso dodici storie vere scelte tra le 85 raccolte andando ad ascoltare le vite dei “vecchi” sulla terraferma e nelle isole, gli artisti tolgono i panni degli intervistatori e indossano quelli delle persone che hanno intervistato per raccontare un secolo di storia greca: dagli emigranti del primo Novecento (il risultato economico di una vita di lavoro in America viene bruciato dalla svalutazione) all’occupazione italiana e tedesca (l’invasore Mussolini viene deriso da cori irridenti), dalla guerra civile (l’uomo che non vendica la morte dei suoi 3 fratelli risparmiando la vita agli assassini) al golpe dei colonnelli. I cinque attori mettono in scena le “interviste” e il “linguaggio parlato”: recitano i personaggi e poi li raccontano, volutamente omettendo alcuni elementi per permettere a chi guarda di usare l’immaginazione per completare il mosaico della storia.
Raccontare storie personali diventa il mezzo per a raccontare la Storia: ma in fondo tutto questo è solo un pretesto per dimostrare che ogni tempo ha le sue difficoltà: la crisi di oggi non è meno complicata delle difficoltà affrontate nelle guerre passate. Nonostante sia impegnativo mettere assieme storie così diverse, spesso troppo slegate l’una dall’altra, il criterio cronologico utilizzato aiuta a mettere ordine nel copione, anche per chi non conosce bene le vicende greche del dopoguerra. E se il risultato consiste nelle lacrime di una delle protagoniste che si trasmettono direttamente agli occhi del pubblico, si può dire che l’esperimento è riuscito.
Nell’incontro finale con gli artisti, entusiasmo – un po’ di parte – da parte dei vari esponenti delle comunità greche di Udine e Trieste per le immagini di storia raccontate dal vivo, che si trasmette con calore anche al pubblico friulano. E la sintesi per arrivare alla felicità arriva dalle parole del bravo regista: “bisogna continuare a vivere senza farsi troppe domande” e “vivere le difficoltà resta il modo migliore per superarle”.
Maria Teresa Ruotolo