Non è certo un primato invidiabile. Ad Udine e in tutto il FVG persi circa settecento posti di lavoro per i giovani da 18 a 25 anni. Da una recente statistica dell’ ISTAT i disoccupati nella regione sarebbero addirittura il doppio della sola provincia di Bolzano. Il tasso di disoccupazione giovanile è circa al 19% contro l’8,9% della provincia di Bolzano, e soprattutto distacca l’intera regione Veneto di oltre 4 punti e mezzo percentuali. Il settore che più risente della crisi è quello artigianale dove nell’ultimo quadriennio si sono persi ben 679 posti nell’apprendistato, quindi in quella fascia d’età in cui la disoccupazione è più pregnante. Se si considera che oltre un terzo della forza lavoro del Friuli Venezia Giulia si basa sull’artigianato e si confrontano le cifre del calo di nuove assunzioni in questo settore non c’è che da preoccuparsi in un quadro dove le imprese artigine con più di 15 addetti hanno avuto un saldo negativo nelle assunzioni di quasi il 34%. Fortunatamente il calo è minore nelle microimprese, ma è anche in questo settore che purtroppo spariscono più artigiani i quali per le ridotte dimensioni dell’impresa stessa hanno più difficoltà economiche e lasciano il mondo del lavoro. L’unica speranza di risollevare il settore artigianale e con esso il numero degli addetti alla manodopera è l’intesa siglata l’11 luglio a livello nazionale sulla riforma dell’apprendistato. Una riforma che potrebbe, se ben applicata, sbloccare quei 2 milioni di giovani tra i 14 e 3o anni che ne studiano, ne lavorano mentre circa il 27% delle imprese non riesce a reperire manodopera qualificata. Bisogna solo valutare se il maggior periodo considerato di apprendistato possa produrre degli effetti positivi sui numeri dell’occupazione e se da questo piccolo incentivo possa tornare la voglia alle imprese di assumere e ai giovani di investire sul proprio futuro.
Enrico Liotti
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