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L’etica vale miliardi

Siamo alla fine? È arrivato forse il momento in cui il terzo monarca della Repubblica (dopo Andreotti e Craxi) chiuda la propria esperienza politica? Più volte, in questi diciassette anni, sembrava fosse arrivato il momento ma, anche questa volta, non sarebbe intelligente uscire in strada per fare caroselli di automobili. I motivi sono tanti, ma ne indichiamo solo tre.

Il primo è di buon gusto. Nel segno del rispetto per l’avversario politico che deve essere un valore portante di ogni sistema democratico.

Il secondo è che Berlusconi ha sì danneggiato l’Italia con il suo atteggiamento da liceale in gita scolastica, alimentando quasi vent’anni di forte conflitto politico incentrato sulla sua figura e sui suoi interessi e rimanendo quasi immobile davanti alla necessità di riforme; ma quando si farà da parte e sentiremo lontano, senza nostalgia, il canto “Per fortuna che Silvio c’è”, sarà obbligatorio non trovare un nuovo capro espiatorio dietro il quale nascondere una politica inefficace o sistemi sommersi di interessi, privilegi e favori.

Il terzo motivo è che l’attuale premier, dimissionario, rappresenta una delle anomalie italiane ma bisogna iniziare ad arginare, se non risolvere, anche le altre per riportare il nostro Paese ad essere un grande Paese. In quest’opera di assestamento del regime democratico ed economico italiano potrebbe avere un ruolo centrale Mario Monti, ex commissario europeo, stimatissimo a livello internazionale e prescelto di Giorgio Napolitano per la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.

A riguardo, la vita e l’attualità mi fanno pensare con sempre più forza che le qualità etiche, che possono caratterizzare ognuno di noi, hanno un’importanza inimmaginabile. La disponibilità di risorse, il curriculum di studi, il fascino personale sono elementi forti ma l’affidabilità, la serietà, il rispetto per il prossimo, l’onestà, la coerenza, la correttezza “valgono miliardi”. Dal cortile di una scuola agli scenari internazionali i valori etici sono potentissimi e durano nel tempo poiché permettono un continuo miglioramento e un’attenzione forte alle idee in luogo degli interessi. Basti guardare alle reazioni dei mercati alle notizie sulle vicine dimissioni di Berlusconi, sulla scelta di Monti, sulla possibilità di elezioni. I mercati, come tutti noi, hanno bisogno di contare su persone di spessore che affrontino i problemi senza la presunzione di avere la bacchetta magica, su uomini di Stato che servono lo Stato e non lo usano. Gli italiani sono già troppo esperti dei risultati che possono raggiungere gli avventurieri, gli spavaldi, gli uomini della provvidenza che, rispetto alla disgregata complessità della realtà, possono solo definirsi “tutto d’un pezzo”.

 

Federico Gangi
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About Federico Gangi

Pubblicista iscritto all'albo Fvg dall'aprile 2013. Diplomato al liceo classico “J. Stellini”, laureato in Legge alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Trieste. Ideatore della Fedarmax e di Brainery Academy, co-fondatore e promotore del giornale on-line Il Discorso, di cui è direttore editoriale.

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