Enrico Liotti
Non è più possibile, da un lato l’Europa economica, che ci rende sorvegliati speciali. Dall’altro un premier che ci illustra come cicale, sempre allegre e in ristoranti pieni e commensali gaudenti. Da un lato chi alza un muro di indignazione verso la nostra politica dell’arrangiarsi e del autocommiserarsi, dall’altro Ministri dello stato che ormai insultano tutti, dai semplici cittadini ai loro colleghi alzando spesso il dito medio in segno di saluto. Da un lato persone che non sanno più come arrivare alla terza domenica del mese e dall’altro giornaliste televisive che scandalizzate si chiedono come si potrebbe vivere senza colf o senza Ferrari. Mi appare sempre più netto il divario tra la realtà di prostrazione delle masse e la lontananza di chi queste masse governa. Da parte dei mezzi di comunicazione c’è chi urla allo scandalo quotidiano e chi difende privilegi ormai di “casta”. Intanto nei cantieri si continua a morire, nei luoghi di lavoro si notano sempre meno giovani, nelle città si muore alle prime avvisaglie di intemperie climatiche. Il balletto continua all’infinito con la divisione di colpe a vecchi governanti o ad incapacità dei nuovi con annessa incuria della “res publica” della cosa di tutti, e della sorte di tutti. Forse anche chi finge di vedere, si rende conto che non è più possibile gridare alle folle di essere composte solo da detrattori e masochisti distruttori. Forse è l’ora di fermare questa farsa pazzesca per non trovarci una mattina tutti in mano a violenti “black-block” o incazzati elementi del comune popolino che non arrivano più neanche a metà mese, altro che alla terza domenica….. La speranza è quella di fermarsi un attimo, pensare e necessariamente fare un passo indietro. Non un passo metaforico, o un passo indietro a chiacchiere, ma un vero momento di tregua dove tutti si diano una calmata. Sono troppi anni ormai che viviamo da cicale e al sopra dei nostri mezzi. La Nave affonda ma noi continuiamo a ballare. Non è una metafora al famoso Titanic, ma la dura realtà che ridicolizza lo spettacolo di una gestione della nostra epoca dove non si trovano più valori e riferimenti da omologare. Uno spettacolo ridicolo che ci sta affossando in un medio evo senza speranza. Alcuni capisaldi dell’etica si possono ancora immedesimare con i vari Napoletano o Benedetto XVI a seconda della propensione di ognuno di dar ancora un valore all’anima o all’etica umana dalle origini dei propri modus vivendi. Ma la realtà rimane che senza una tsunami culturale o senza una presa di coscienza vera questo misero teatrino continuerà a rappresentare un ridicolo spettacolo, che opprime sempre di più senza mostrare una via d’uscita.
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Tralasciando i troppo impegnativi parallelismi da lei proposti (Napolitano-Benedetto XVI), mi associo invece alla metafora del medioevo….. Anzi rilancio, proponendo di considerare questa patetica fase socio-economica dell’Italia alla stregua dell’ultimo arco di parabola discendente dell’Impero Romano: mentre l’Urbe veniva saccheggiata, violentata e smembrata dai barbari, l’Imperatore e i suoi cortigiani erano barricati nei propri palazzi, dediti a feste e festini, cercando così di alienarsi dai problemi contingenti.
C’è però da aggiungere un’amara precisazione: l’Italia, a differenza dell’Impero Romano, non ha mai vissuto un’Età dell’Oro, non avendo mai percorso il tratto ascendente della suddetta parabola.
Non capisco cosa intenda esattamente per “fermarsi un attimo, pensare e necessariamente fare un passo indietro”….. Si riferisce per caso alle dimissioni del Berlusca? O ad una miracolosa presa di coscienza collettiva che, come per magia, trasformi all’unisono il popolo italiano in una massa di educati, consapevoli, umili, dignitosi e onesti cittadini? In entrambi i casi, caro dott. Liotti, la ritengo troppo poco disilluso. La ringrazio per lo spazio concessomi, tanti saluti.
E’ ovvio che i parallelismi proposti servono solo a dare un’idea dell’orlo del baratro a cui siamo vicini. Per quanto riguarda la sua convinzione che sia disilluso, preferirei essere ormai considerato disincantato, nella certezza che non è certo domani poter uscire da questo pantano culturale ed ideologico. Purtroppo come ci son voluti anni per distruggere le coscienze e le idee ci vorranno secoli per risalire la china. Spero solo che le nuovi generazioni si accollino almeno l’onere di proporre questa nuova scalata verso vette più “umane” e più realistiche alla condizione “umana” che per definizione ci fa diversi dalle bestie non pensanti.
Se il problema, come mi pare di capire, è l’etica, sia essa di matrice religiosa o filosofica, allora l’unica soluzione è andare a nuove elezioni con il nome di qualche probiviro in tasca. I probiviri di chiara fama in Italia sono solo 3: Napolitano, Monti e Amato, per un totale di 227 primavere. Questi tre, tra l’altro, non sono solo probiviri, ma anche portatori di intelligenze finissime, con l’unico difetto di avere un’aspettativa di vita per forza di cose contenuta. Io affiderei volentieri al Direttore il compito di segnalarci il nome di qualche erede di questi personaggi, così necessari al Paese per risollevarsi. La politica senza l’etica è zoppa, come l’era Berlusconi (ed ancor prima quella di mani pulite) ci ha drammaticamente dimostrato. Direttore, si metta subito al lavoro per completare la bontà delle sue acute analisi con l’indicazione di qualche soluzione concreta. Grazie per la cortese ospitalità.
Ettore Mondello (Roma)
Diceva Angel Rodríguez Luño nel 2003 – “La politica non è separabile dalla morale, perché la politica è essenzialmente riferita al bene comune, che comprende la promozione e la tutela di beni rilevanti per la vita in comune delle persone umane, quali l’ordine pubblico e la pace, la libertà, la giustizia e l’uguaglianza, il rispetto della vita umana e dell’ambiente, la solidarietà, ecc.” – Chi vuole intender intenda…..Cordilamente signor Ettore e non me ne voglia.
Caro direttore, io non gliene voglio affatto, anzi! La citazione di Angel Rodríguez Luño mi ha spiazzato, non avendolo mai sentito nominare per l’innanzi. Allora sono andato a vedere su internet chi fosse costui. La mia sorpresa è stata totale quando ho scoperto che il tizio è cappellano di Sua Santità e Prelato dell’Opus Dei. Ecco dunque la fonte dalla quale lei attinge cotanto sapere, nientemeno che da un erede di Escrivà De Balaguer. Lei dunque, essendo padre di famiglia, è un soprannumerario della famosa setta! L’ammiro per questo.
Ettore Mondello
Scusate, potreste spiegare meglio questa storia dell’opus dei anche a noi poveri mortali? Caro Direttore, ero convinta che questo sito non orbitasse intorno ad alcun potere forte costituito, sia esso palese o segreto.
A differenza del fervente signor Mondello, che mi è andato in brodo di giuggiole sapendola appartenere setta di cui sopra, io ne sono rimasta alquanto allibita.
Un giornalista che appartiene ad una setta, sinceramente, lo aborro.
Scusate, ma leggendo l’editoriale del Direttore ho avuto un sussulto che mi costringe a intervenire. La prostrazione delle masse è arrivata a livelli parossismici e, secondo me, stiamo già scivolando nel burrone.
Non mi è chiaro però se l’invito del Direttore è indirizzato alle masse, che dovrebbero fermarsi, alla corsa inarrestabile dello spred, al premier donnaiolo o a chi altri? Io, tra l’altro, lo spettacolo che stiamo vedendo non lo trovo affatto ridicolo ma tragico, come tragiche saranno le conseguenze se tutto continua così.
I governanti avevano promesso agli elettori creduloni un futuro ricco di soddisfazioni e di benessere, all’insegna del grande fratello, delle isole di “famosi” e dei giochi a premio, trasmessi in Rai al posto delle notizie urgenti. E bene dov è questo eden che ci avevano promesso? C’è un allocuzione latina che recita “pacta sund servanta” se non mi sbaglio…Invece al posto del benessere c’è lo spettro del fallimento che si aggira per l’Europa.
Allora, caro Direttore, e vengo al dunque, quale soluzione prospetta lei di fronte a questo sfascio? E’ sufficiente fare riferimento solo a Napoletano o a Benedetto XIV? Può bastare solo questo?
Sarò pessimista ma sono certa che di certo non basta solo votarsi a un saggio a un santo per risolvere la situazione, ammesso che lo siano…
Scusate i toni aspri, ma sono realmente indignata! Grazie per l’attenzione e complimenti per il blog.
Sussana Lama da Terni
Eh sì, Susanna fa bene a spronarci ad un contegno più fattivo, si è fatta l’ora dell’agire più che del fare prediche! Avete notato che lo spread sta salendo come la febbre del moribondo? Sarà pure caduto Sansone, ma non è che i filistei stiano tanto meglio.
Ancora grazie a Susanna (una voce dell’Italia centrale, come la mia, in terra friulana) e al Direttore che non molla.
Ettore.
Salve a tutti, che il Direttore sia un adepto dell’Opus Dei mi meraviglia molto! Mi era sembrato di cogliere un certo laicismo dai vari, e sempre puntuali e ben argomentati, interventi del Direttore.
Fare riferimento all’Opus Dei getta una luce un po’ sinistra a mio avviso, tenuto conto delle tante polemiche che hanno riguardato in passato questa setta e all’attenzione ai soldi e al potere che ha sempre mostrato.
Direttore, sciolga i nostri dubbi sul suo orientamento cosicchè capiamo da che parte lei realmente sta.
Grazie per lo spazio concessomi e non me ne voglia lei…
Mario Baracca (BO)
Buonasera,
leggo da diversi mesi ‘sto blog, senza però mai intervenire nelle discussioni perchè non ho studiato granchè, infatti faccio l’operaio giù a Pomezia.
Però a sto punto vi chiedo: ma che ve’mporta a voi lo schieramento ideologico del direttore del blog?
Siete tutti pronti a puntà l’indice sul colpevole, ma in finale che prove c’avete?
Invece di andare a invade la privasy dell’altri, perchè non contribuite allo scopo mettendove a scrive e ad alimentare i dibattiti?
Scusate per l’intervento.
P.S: direttore 6 un grande, continua così! Questi non ce capiscono niente
Io sono sempre stato una persona tollerante, sia verso le religioni che verso le ideologie degli altri, anche le più squinternate: tipo raeliani, rastafariani, scientologisti e compagnia cantante, purché non violenti. L’Opus Dei invece è quel tipo di organizzazione oscurantista, come dimostrato con dovizia di prove da Dan Brown, che tra cilici e ammennicoli medievali, vuole ributtare indietro la storia di mille anni. Sono d’accordo con l’amico Mario (che non ti fa una telefonata neanche a pagarlo oro) sulla circostanza che la penna del Direttore non ha fin qui tradito dipendenze clericali. Però mi “puzzavano” e mi puzzano tuttora certi interventi moralisteggianti dei frequentatori assidui del blog. Mi pare che più di qualcuno in passato aveva mangiato la foglia, tanto che io stesso sono stato tentato di non dare più credito alla testata che pure tanto bene aveva esordito. A questo punto una parola conclusiva di Enrico o Federico è quantomeno necessaria, perché se davvero dietro al Discorso c’è quella che in Spagna è chiamata Santa Mafia, allora amici come prima, me ne torno alle letture consuete, Espresso o Repubblica che siano, dove si è faziosi alla luce del sole. Attendo una cortese risposta.
Franco Garavaglia
Mi preme segnalare che dietro la testata, non c’è per nostra “sfortuna” 🙂 (rido) nessuna organizzazione tra l’altro piena di soldi che possa finanziarci. IL nostro è solo uno sforzo intellettuale di rendere questo – “DISCORSO” da una voce isolata, prima ad un ruscello in piena e poi un fiume amazzonico, per discutere delle idee che ci frullano in testa – come dichiaravamo nel primo editoriale con cui emettevamo i primi vagiti nel web. Allora dicevamo che : ” Presentare un giornale elettronico nell’immenso mare del web poteva sembrare a priori un sassolino in mezzo all’oceano con l’ambizione di diventare una nuova isola emergente nel mare dell’informazione, di quella comunicazione in cui le giovani generazioni vogliono avere voce in capitolo ma non possiedono i mezzi finanziari per farsi ascoltare”.
Figurarsi allora se possiamo nasconderci dietro potenti organizzazioni oscurantiste o a chissà quali poteri occulti e forti. Dici di essere tollerante sia verso le religioni che le varie ideologie “squinternate, ma ci metti un attimo ad etichettarci in un clichè che non ci riguarda. In questi pochi mesi abbiamo sempre cercato di essere molto corretti con l’esporre il nostro pensiero e certamente non sempre accettiamo in pieno tutti gli interventi dei commenti che riguardano noi. Ma proprio la nostra scelta di pluralità e di onesta intellettuale ci ha sempre convinto di pubblicare i pensieri di chiunque ha voluto dialogare con noi, e ripeto non per questo dobbiamo essere sulla stessa lunghezza d’onda di chi cerca di dire cose diverse da quello che intendiamo dire noi. E’ per questo che posso garantirti che dietro Noi non esiste nessun potere occulto , ma solo un gruppo di giovani e meno giovani che vorrebbero riuscire a guardare un poco oltre la punta del naso e ridare al futuro un traguardo più roseo di quello in cui ci ha narcotizzato l’informazione truculenta e commerciale di questi ultimi due decenni nella speranza che nessuno più si fermi a pensare e capire che la vita non è certo quella che per un decennio abbondante ci ha propinato la grande schiera di spettacoli spazzatura come talk-show e vari “grande fratello”,”isole dei famosi”, uomini e donne” e tutto ciò che è simile a questa cultura di abbruttimento. Spero di averti ancora nostro lettore, ma con la coerenza di chi vuol seguire un progetto che abbiamo messo in bella vista nella pagine di presentazione della testata e che da quel posto non abbiamo mai cancellato : rileggi il nostro DICLAIMER. Cordialmente il direttore Enrico Liotti.
Che v’avevo detto: lo sapevo che 6 un grande direttò!
Uno che pensa colla propria capoccia… eppoi prova a dare voce pure a noi, che nessuno c’ascolta, o fa finta di non sentì!
Signora Guadanbio ha visto? Può sta tranquilla… questa non è rete 4 e nemmanco porta a porta.
C’è la libertà, almeno quella di parola.
Pare d’esse tornati a Wudstock…
Finalmente Enrico ha messo la parola fine alla querelle sull’Opus Dei! Certo, rimane in tutti noi la perplessità sulla scelta di citare un prelato della Santa Mafia (per citare Franco) al fine di zittire quanti non indovinano l’affinità nativa tra politica e morale. La “Repubblica” di Platone poteva servire ugualmente bene allo scopo senza però alzare nessun polverone. Ma tant’è.
Piuttosto, in queste ore ci stanno calando dall’alto il probiviro salvapatria di cui parlava ieri Ettore, il supertecnocrate che dovrebbe dimostrare come il Paese si salvi solo oscurando per un certo tempo i dannosi particolarismi delle fazioni politiche per lasciare campo libero al sapere oggettivo e disinteressato delle accademie. Io però – e qui mi piacerebbe sentire in merito il parere pacato e fuori dal coro del Direttore – non credo che l’economia sia un ramo dello scibile paragonabile alla fisica, alla biologia o ad altre scienze cosiddette della natura, perché vi è implicata la libertà dell’agire umano insieme ad una miriade di altre componenti difficilmente pronosticabili e spesso apparentate col caso. Tuttavia c’è una parte di me che desidera entrare in questo scenario alternativo in cui gli strilloni della politica tacciono e si sente solo il rumore di gente capace che lavora per il bene del Paese. State tranquilli, non glielo lasceranno fare.
Dario
Non posso che associarmi alla replica fornita dal Direttore Enrico Liotti (vi posso assicurare che non é un panegirico nonostante la conoscenza personale dello stesso e la stima che gli riconosco) in quanto ritengo che l’utilizzo di una frase estrapolata dal discorso di un prelato appartenente all’Opus Dei é del tutto casuale e sicuramente non ascrivibile ad una appartenenza a qualsiasi setta. In poche parole, la precisazione fornita dal lettore Dario Pacifico in ordine alla citazione, secondo me, chiarisce in maniera sintetica ma definitiva la posizione del Direttore di questa testata (e non un blog). Inoltre, mi associo allo stesso lettore signor Dario nell’ultima parte del suo intervento. Grazie per l’attenzione e rinnovo la mia stima all’intera Redazione.
Maurizio
P.S. la dialettica, anche se polemica, fa solo il bene dei nostri cervelli.