Il sociale è sempre più in emergenza, ed è diventato urgente parlarne. Per molti motivi.
Innanzitutto per una forma di rispetto nei confronti dei cittadini: il sociale impegna un’enorme fetta delle risorse di bilancio degli enti locali, delle Regioni e dello Stato. Politiche a sostegno dei redditi, del diritto alla casa, dell’autonomia possibile (le politiche volte a rendere autonome il più possibile le persone affette da disabilità gravi, per capirci) o a favore degli anziani drenano ogni anno miliardi di euro. Spesso i cittadini non sanno come questi soldi vengono spesi e non comprendono, di conseguenza, l’importanza del lavoro svolto delle pubbliche amministrazioni. Chi amministra da poco tempo, come nel mio caso, si scontra con la complessità delle norme, con la molteplicità dei settori d’intervento e con l’impossibilità, spesso frustrante, di risolvere i problemi.
Parlare di sociale è importante perché traduce nella quotidianità le conquiste politiche del novecento, un secolo che ha visto riconoscere diritti fino a prima negati ed assumere quale valore (quantomeno teorico) il fatto che nessuno debba restare indietro.
Parlare di sociale riguarda l’ “altro” da noi. Ci mette di fronte ai problemi del nostro vicino di casa, del nostro concittadino e ci aiuta al contempo a confrontarci con noi stessi, con le nostre debolezze e le nostre fragilità.
Parlare di sociale è difficile e spesso alle conquiste delle scienze sociali si contrappone lo spirito dell’uomo della strada che semplifica e banalizza i problemi additando la burocrazia quale unico male del mondo senza comprenderne però i risvolti positivi e senza vedere che senza uno Stato ed una pubblica amministrazioni forti, certi diritti non potrebbero essere difesi e tutelati.
Parlare di sociale è fondamentale ancora di più oggi, in un momento nel quale la crisi economica sta facendo nascere nuove guerre tra poveri e non uno spirito di comunità che crei la consapevolezza che dai momenti difficili si può uscire solo uniti.
Parlare di sociale è urgente, perché le esigenze di bilancio potrebbero nei prossimi anni portare a tagli intollerabili dalle conseguenze imprevedibili.
Venerdì 12 aprile, al Teatro Pasolini parleremo di sociale e cercheremo di trasmetterne i valori e le idee. Lo faremo parlando di anziani (alle 17:00) e di salute mentale (alle 18:00) per poi concludere la giornata con i concerti della minibanda di Cervignano del Friuli e con l’orchestra di flauti dolci diretta dal Prof. Paolo Olivo.
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FEDERICO GRATTON
Assessore alle Politiche Sociali e Giovanili, Comune di Cervignano del Friuli.