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A mani libere

Al Museo civico di Storia naturale  di  Pordenone

 

Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, nel carcere cittadino è stata promossa una nuova esperienza artistica che ha portato ad allestire  al Museo Civico di Storia Naturale, “S Zenari”in Via della Motta a Pordenone, la mostra “A mani libere”.  Verrà presentata martedì 31 gennaio alle ore 18 e sarà aperta fino al 15 marzo. L’esperienza è stata realizzata all’interno del carcere circondariale con il contributo dell’Ambito Distrettuale Urbano 6.5 utilizzando i finanziamenti regionali  erogati per i progetti a favore di persone a rischio di esclusione sociale, detenute ed ex detenute. L’anno scorso nei mesi estivi 23 detenuti divisi in due gruppi, hanno partecipato alle lezioni bisettimanali  di ceramica, tecnica del monotipo e mosaico nell’ambito del progetto artistico curato dall’Associazione culturale “ Vele Libere” di Azzano Decimo ed in particolare dagli insegnanti Daniela Gambolo, Emilio Verziagi e Sonya Luoro Do Rego. L’iniziativa,  sotto la guida docenti esperti,  si poneva lo scopo  di favorire l’espressione individuale attraverso l’uso dei materiali,  l’apprendimento di nuove competenze e tecniche,  l’utilizzo proficuo del  tempo estivo  il  più difficile da gestire  nei contesti coatti. Da queste esperienze è scaturito  un grande pannello decorativo,  ispirato ad una mappa di Pordenone del 1509, in cui si concentrano parti di scultura, in mosaico ed in monotipo. L’apertura della mostra è in calendario per il martedì  31 gennaio alle ore 18  e sarà arricchita da un evento musicale e dalla lettura scenica del testo di un libro d’artista per il quale  Daniela Gambolo  ha scritto la trama e con l’aiuto di alcuni detenuti, ha preparato le basi in monotipo per le illustrazioni. Il racconto dal titolo  “ Il figher castron , il colombo venesian e il sorso”,  sulle ali  della fantasia propone un’apertura di spazi comunicanti tra il carcere e la città utilizzando il punto di vista di inusuali osservatori. Nello spettacolo si dell’impegno di musicisti ed altri volti noti della realtà locale uniti nello scopo di dare risalto e visibilità alla struttura carceraria, città dentro la città , e a ciò che in essa si produce. Per la realizzazione del corso,  è  risultata  significativa la collaborazione tra il direttore del carcere Alberto Quagliotto, l’educatrice  Stefania Toni, l’assistente sociale dell’Ambito Urbano Lucilla Moro, l’Assessorato alla cultura, il responsabile del Museo di Storia naturale  Umberto Chalvien oltre alla disponibilità dell’Associazione “Vele Libere”  per l’allestimento,  e dei musicisti e delle voci.

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Il discorso è composto da idee, parole, fatti ed esperienze con il fine di in-formare coscienze libere e responsabili. Le cose sono invisibili senza la luce, le parole sono vuote senza un discorso.

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