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Attenti al fiore! sabato 11 – 18 – 25 maggio Civico Orto Botanico di Trieste,

Organizzati dal Civico Orto Botanico di Trieste, nell’ambito del progetto OrtiTrieste, proseguono dopo il primo interessantissimo appuntamento di sabato 4 maggio, gli incontri che hanno per tema le patologie della pelle indotte e scatenate dal contatto con piante ad uso alimentare, ornamentale, medicinale e con piante infestanti. Gli argomenti trattati saranno le fitodermatiti allergiche, irritative da contatto e attivate dalla luce solare, quali precauzioni attuare e come comportarsi in caso di morso di zecca.   

Il calendario prevede ancora 3 appuntamenti: sabato 11, 18 e 25 maggio.

Gli incontri si svolgeranno il sabato mattina dalle ore 10.00 alle ore 12.00, i primi due presso la Sala Conferenze del Museo Civico di Storia Naturale in via dei Tominz 4 a Trieste, l’ultimo, il 25 maggio, al Civico Orto Botanico di Trieste in via Carlo de’ Marchesetti, 2.

Le lezioni saranno tenute dalla dottoressa Delia Permutti esperta dermatologa, dell’Associazione di volontariato culturale Cittaviva Onlus di Trieste

 I colloqui affronteranno interessanti, utili, ma anche affascinanti temi che vi faranno guardare il mondo vegetale con altri occhi, un po’ impressionati e un po’ sbalorditi dalle sue potenzialità. Sarà poi ancor più avvincente poter ammirare dal vivo, presso il Civico Orto Botanico di Trieste, svariati esemplari delle piante trattate. Il contatto diretto od indiretto con le più svariate specie di piante e con loro costituenti e le conseguenti lesioni, anche gravi, provocate sulla nostra pelle, costituiscono il tema di questi nostri incontri. È bene comunque precisare che tali danni, da noi in Italia, ed in Europa in generale, sono sicuramente frequenti, dolorosi, antiestetici, dal lungo decorso (anche di anni), ma fortunatamente soltanto in rari casi raggiungono i livelli di pericolosità di quelli evocati dal contatto con piante tropicali. Sicuramente vi chiederete perché il contatto con tante e diverse specie di piante, alcune a tutti note per i loro importanti poteri curativi e lenitivi, possano essere in grado di scatenare tali quadri patologici. La risposta è che esse, indistintamente, al fine della sopravvivenza della specie, devono essere dotate di armi meccaniche oppure essere in grado di produrre sostanze chimiche (fitoalexine), capaci di difenderle dall’attacco dei nemici naturali (funghi, batteri, insetti, animali). Si suppone che proprio grazie a tutto questo, le piante abbiano avuto la possibilità di resistere e diffondersi così massivamente in tutto il mondo. Per comprendere appieno l’efficacia di queste sostanze di difesa dall’attacco di insetti, ecc…, basti pensare che già tanti anni or sono l’uomo scoprì il potere del piretro, sostanza estratta proprio da una pianta della famiglia delle Composite (Asteracee), il Tanacetum cinerariifolium (Pirethrum cinerariifolium), quale potente insetticida. Ma queste armi purtroppo possono esercitare i loro effetti indesiderati non soltanto sui nemici naturali delle piante, bensì anche sulla nostra pelle allorché veniamo in contatto con esse o le offendiamo, oppure ancora quando senza diretto contatto con la pianta stessa, giungessero su di noi componenti di esse trasportati dal vento, dal pelo di animali, da mani di altre persone, da utensili, ecc… (potete quindi immaginare le difficoltà che si incontreranno in questi casi nel formulare una corretta diagnosi della dermopatia). A seconda della specie di pianta, il tipo di arma cambia: alcune sono dotate esclusivamente di difese meccaniche (spine, glochidi, ecc.), altre sono dotate o in grado di produrre, sotto stimolo offensivo, soltanto sostanze chimiche ad azione irritativa e/o allergizzante. Altre ancora sono provviste di entrambi i meccanismi sopradescritti: in questo caso la componente meccanica, alterando l’integrità del nostro manto cutaneo, faciliterà la successiva penetrazione della sostanza chimica lesiva con un comportamento di tipo sinergico, finalizzato ad una ancor più efficace azione difensiva della pianta. Alcuni tipi particolarmente interessanti di sostanze prodotte dalle piante e giunti sulla nostra pelle, sono in grado di esplicare il danno (intensa ustione) soltanto dopo fotoattivazione indotta dalla contemporanea o subito seguente esposizione alle radiazioni solari. Tutti noi, indistintamente, possiamo incorrere in un tale tipo di patologia (chi, nell’arco della propria esistenza, non ha avuto un banale “incontro ravvicinato” con un’ortica?), anche se, sicuramente, le categorie più a rischio sono quelle professionalmente esposte al contatto con piante, quali floricoltori, florovivaisti, ortofrutticoltori, giardinieri, fiorai, viticoltori, nonché persone che svolgono attività di orticoltura e giardinaggio puramente amatoriale.

Per ulteriori informazioni tel. 040-360.068, e-mail: [email protected]

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