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Eros Pagni è Arnolfo ne”La scuola delle mogli” di Moòiere a Trieste Teatro Rossetti dal 23 al 27 gen.

Eros Pagni è l’impeccabile protagonista de La scuola delle mogli in scena allo Stabile regionale Tutte le sue numerose ed eclettiche prove d’attore al Politeama Rossetti sono state lodevoli, ma in particolare dopo quelle recenti in Aspettando Godot di Beckett e – lo scorso anno – in Misura per Misura di Shakespeare, il pubblico dello Stabile lo attende con altissime aspettative. Il personaggio che incarna in questa commedia, fu recitato dallo stesso Molière davanti a Luigi XVI e alla famiglia reale e da subito si rivelò per un ruolo capace di lasciare il segno. Il personaggio di Arnolfo domina la commedia che Molière scrisse nel 1662, vestendo di irraggiungibile vis comica un capolavoro di analisi psicologica e comportamentale che la società francese di allora in parte accolse sorridendo con complicità, in parte rifiutò duramente, accusando l’autore di oscenità. In effetti, Molière nell’opera prende di mira il compiacente perbenismo della società, racconta l’inesorabile contrasto fra i sogni individuali e il vero andamento della realtà venando probabilmente il copione di un certo autobiografismo. Attraverso Arnolfo infatti l’autore esorcizza un lato della propria vita di quarantenne, che proprio nello stesso anno del debutto aveva preso in moglie la ventenne Armande Béjart, sorella – o forse figlia, addirittura – della sua amante Madeleine. Arnolfo, ricco borghese, è uomo rigido e diffidente: soprattutto nei confronti delle donne e dell’istituzione matrimoniale. Guarda con disappunto i suoi contemporanei maritarsi con donne intelligenti e di spirito – un tratto attraverso cui Molière presagiva quel fermento intellettuale del mondo femminile che tanto avrebbe espresso dal Settecento in poi – e preferisce mirare a una moglie ingenua, addirittura ignorante. Una simile compagna lo proteggerà – confida all’amico Crisaldo, esterrefatto – da una moltitudine di menzogne, d’inganni e d’infelicità che provengono proprio dalla scelta di maritarsi con donne sbagliate. Allo stesso amico Arnolfo confida di aver trovato per sé una soluzione a tale problema: tredici anni prima, una madre tormentata da misere condizioni di vita, gli aveva infatti affidato la tutela di sua figlia, una bambina di allora quattro anni, ed egli l’ha chiusa in un monastero per farla crescere lontano dalle insidie della società e dalla tentazione corruttrice di ogni forma d’istruzione. Ora Arnolfo ritiene che sia giunto il tempo di sposare la giovane Agnès e la fa condurre in città. Non ha tenuto conto però che basterà lo sguardo di un giovane innamorato a risvegliare in Agnès natura, istinto, curiosità e perspicacia. L’innamorato in questione sarà Orazio, figlio di un caro amico d’Arnolfo, appena giunto in città: il giovane – ignaro di chi sia il severo tutore dell’amata – trova in Arnofo un confidente e inconsapevolmente gli svela via via tutte le sue mosse con Agnès. Nonostante questo vantaggio, il naturale corso delle cose avrà la meglio sull’ostinazione del burbero Arnolfo, che si vedrà gabbato, fino a un’inattesa agnizione finale e alle conseguenti nozze felici fra Orazio e Agnès. Marco Sciaccaluga, regista dello spettacolo, ha trasposto l’azione dal Seicento ai primi anni del Novecento «Ci è sembrato di leggere nella commedia l’esplicito rinvio a una realtà piccoloborghese e questo ci ha indotto a pensare a uno spazio che appartenesse soprattutto al tempo in cui la borghesia ha assunto uno specifico riconoscimento sociale. Poi tutto è venuto da sé, portando in primo piano, a sorpresa anche per noi, un clima da vaudeville cechoviano, in una scatola scenica che rinvia a un universo in cui si sente il profumo di baguette e il suono della fisarmonica, ma anche a piccole cose di cattivo gusto, a segreti nascosti, a orchi in agguato che cercano invano di condizionare lo sbocciare della natura. Ciò che veramente mi interessa è raccontare quella storia che Molière confina in un microcosmo privato, avendo però la capacità di farlo esplodere, in modo da investire anche la realtà contemporanea. La scuola delle mogli di Molière sarà data nella versione italiana di Giovanni Roboni. Con Eros Pagni nei panni di Arnolfo, ruolo che già fu di Molière, recitano nello spettacolo Alice Arcuri (Agnese), Roberto Serpi (Orazio), Jean-Marc Stehlé (Alain), Mariangeles Torres (Giorgina), Federico Vanni (Crisaldo), Marco Avogadro (Enrico), Massimo Cagnina (Oronte), Antonio Zavatteri (un notaio). La regia è di Marco Sciaccaluga, le scene sono di Jean-Marc Stehlè e di Catherine Rankl che firma anche i costumi.

Lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile di Genova a e debutta mercoledì 23 gennaio alle ore 20.30 con repliche fino a domenica 27.

 Informazioni e biglietti per lo spettacolo sono disponibili presso i consueti punti vendita dello Stabile regionale, sul sito www.ilrossetti.it. Per informazioni si può contattare anche il centralino del Teatro allo 040.3593511. La Stagione2012-2013 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste. Si ringraziano tutti i Soci, in particolare il Comune di Trieste,la Regione FriuliVenezia Giulia ela Provinciadi Trieste.

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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