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Ian McEwan riceve il premio “FriulAdria La Storia in un romanzo”

Tra i tanti protagonisti di spessore internazionale che hanno popolato la tredicesima edizione di Pordenonelegge c’è sicuramente lo scrittore inglese Ian McEwan, uno dei più letti e amati romanzieri europei, che ha ricevuto uno speciale riconoscimento. Si è tenuta, infatti, sabato 22 settembre al Teatro Comunale Verdi la cerimonia di consegna del premio “FriulAdria La Storia in un romanzo”, nato dalla collaborazione tra Pordenonelegge.it e la manifestazione goriziana èStoria e promosso dalla Banca Popolare FriulAdria-Crédit Agricole. La serata è stata officiata da Alberto Garlini, promotore e organizzatore del festival. Questa la motivazione del premio: “Ineccepibile rigore della scrittura, una capacità di scrittura nitida, una solida architettura narrativa: sono alcuni degli elementi su cui si fonda la produzione letteraria di McEwan. Con le sue opere ci rammenta come il romanzo sia un genere vivo e intensamente vitale, capace di sollecitare la stretta relazione tra letteratura e vita, tra letteratura e storia. Per la straordinaria capacità di rappresentare questo connubio nella maniera più alta, rendendo viva la cornice storica entro la quale si muovono i suoi personaggi”.

Nei suoi romanzi l’autore ha incrociato più volte la storia. In essi emerge la capacità di intrecciare le vicende individuali con i grandi movimenti della storia. I suoi personaggi sono mossi da forze storiche e impersonano contraddizioni storiche. “Cani neri” (1992), opera che narra come la caduta del Muro di Berlino abbia influenzato coloro che vedevano il comunismo come una via d’uscita per la società, è il tentativo di raccontare una storia d’amore tra Bernard e June, la cui relazione è basata sulla separazione. I protagonisti sono ostacolati dall’apparizione di due grossi cani neri, che quasi sembrano uccidere June. La loro relazione diviene metafora delle contraddizioni che si muovono sotto la storia, i cani neri simboleggiano il male assoluto che attraversa la storia. Bernard e June rappresentano gli opposti tentativi di contrastare questo male, incarnando rispettivamente una visione razionale e un atteggiamento mistico-religioso. Secondo McEwan questa contraddizione, ovvero la difficoltà di conciliare la ragione con il mito, è una costante della nostra storia. Il crollo dell’Unione Sovietica, simboleggiato dalla caduta del Muro di Berlino, è stato senza dubbio uno degli eventi storici più pregnanti del nostro tempo. Ma la storia sembra ripetersi. Ecco allora che lo sguardo del romanziere si allarga per commentare analoghi avvenimenti storici dei giorni nostri. La caduta del regime libico ha creato un vuoto di potere in cui si sono inserite forze di differente matrice “ma ci vorranno diverse generazioni prima che si ritrovi una nuova dimensione per la società civile” commenta l’autore. In Libia attualmente è in atto un contrasto tra forze democratiche e forze “opportunistiche” che fanno leva sulla violenza per poter impadronirsi del potere. Il lavoro del romanziere è quello di di mediare tra le istanze opposte della razionalità e dell’irrazionale, cercando per lo meno di comporle sulla pagina. L’idea del romanzo “Cani neri” poggia su un’esperienza effettivamente vissuta dallo scrittore, che è stata mitizzata e si è ripresentata sotto forma di riflessione allorché McEwan ha vissuto in prima persona i tragici eventi della storia, come il crollo del Muro di Berlino, la guerra in ex Jugoslavia, le atroci lotte intestine in Ruanda. L’autore mette in guardia dal rischio di qualsiasi pensiero utopico e da qualsiasi presa di posizione semplificatoria e fideistica della storia.

Il dibattito è poi proseguito toccando altre opere dello scrittore, tra cui “Espiazione” (2002) e “Saturday” (2005), incentrate su una forte componente storica. McEwan ha infine indirizzato il dibattito sulle caratteristiche del romanzo come genere letterario e sulla sua funzione. Se il romanzo sopravvive ancora come forma di espressione, ha commentato, lo dobbiamo al fatto che siamo creature sociali, che ci interessiamo ai fatti e alle storie delle persone che ci circondano. Il romanzo attinge ad un qualcosa di fondamentale nella nostra vita, il pettegolezzo. Nel romanzo si analizzano le azioni e le intenzioni degli altri,

un po’ come facciamo noi nella vita quotidiana. E anche una persona che si definisce razionale come McEwan deve riconoscere che il successo per un buon romanzo è dato dalla “polvere magica della fiction”, un mix di attenzione per il dettaglio, profonda conoscenza della materia e sapiente combinazione degli elementi narrativi, con l’aggiunta di un quid di indefinibile. Ciò che dovrebbe guidare lo scrittore nella sua composizione è la curiosità, in particolare la curiosità scientifica, intesa come fattore di indipendenza mentale e di conoscenza genuina e verificabile del mondo.

McEwan ha infine rivelato qualche dettaglio sull’ultimo romanzo, incentrato su una storia di spionaggio ambientata nello scenario della guerra fredda. Si narra di finanziamenti della Cia ad una rivista letteraria e il protagonista è un giovane romanziere. La storia, ancora una volta, entra prepotentemente nella scena narrativa e si incarna nei suoi personaggi.

Vito Digiorgio

About Vito Digiorgio

Giornalista pubblicista iscritto all’Albo dei giornalisti dal 2013. Si è laureato all'Università di Udine con una tesi sulla filologia italiana. Collabora con alcune testate giornalistiche on line.

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